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Dopo una lunga attesa, Angela Merkel ha dichiarato ufficialmente che si ricandida per il quarto mandato: a settembre sarà lei a guidare l’Unione cristiano democratica e sociale (Cdu-Csu) al voto. Se dovesse avere la meglio, sarà il suo quarto governo dopo il 2005, 2009 e 2013. Da diversi mesi ormai tutto girava intorno all’interrogativo se la Merkel avesse voluto riprovarci ancora una volta e anche se nelle ultime settimane poteva sembrare scontato, l’ufficialità è arrivata ieri con un annuncio fatto dalla stessa Cancelliera nel corso di una conferenza stampa.
‘Ci ho pensato molto. Dopo undici anni non è una decisione da poco per il Paese, per il partito e per me personalmente’, ha dichiarato la Merkel, sottolineando che oltre al suo volere di andare avanti con la politica, deve esserci anche la salute dalla sua parte.
In questo particolare momento storico-politico, dove da un lato c’è l’instabilità generata dalla Brexit del Regno Unito, e dall’altra i timori legati all’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, la Cancelliera conservatrice è vista oggi come la colonna portante della stabilità in Europa. A lei viene riconosciuto il merito di aver saputo guidare il vecchio Continente, negli anni della crisi, inoltre ha saputo guadagnarsi rispetto a livello internazionale.
La Cancelliera è al momento la favorita per la vittoria alle elezioni: se ciò dovesse verificarsi, con un altro quadriennio al potere, raggiungerebbe il record di 16 anni da cancelliere del suo predecessore, Helmut Kohl, che lei stessa contribuì ad allontanare. Purtroppo però, nonostante la Merkel stia godendo di una nuova fiammata di popolarità, sono comunque ‘tempi difficili e di incertezza’.
Quali sono dunque le problematiche principali che dovrà affrontare?
ANGELA MERKEL: LO SCENARIO FUTURO
Al momento la questione più scottante è quella del dilagare del populismo (scoprite nel dettaglio cos’è), che sta emergendo in maniera preponderante non soltanto in Germania, ma anche in tutto il resto d’Europa e negli Stati Uniti. E dando un rapido sguardo allo scenario europeo, la Merkel è l’unica figura politica in grado di poterli fronteggiare.
Un altro fattore che non va trascurato è il partito xenofobo, che nelle ultime elezioni del 2013 fu tagliato fuori dal Bundestag per poco, ma che ora è in netta espansione e i numeri lo confermano: è riuscito a entrare in 10 Parlamenti regionali su 16. Questa realtà ha registrato una crescita enorme nel 2016, soprattutto in conseguenza dell’arrivo di oltre un milione di rifugiati nel Paese, fatto che ha inevitabilmente scatenato sentimenti anti-immigrazione.
Dall’altra parte dell’Oceano a disturbare gli equilibri (già di per sé precari) c’è Dondald Trump, neo-Presidente degli Stati Uniti: la sua elezione ha spostato il carico di responsabilità di difesa dei valori e degli interessi occidentali, tutti sulle spalle della Merkel. Secondo diversi analisti, infatti, la Cancelliera tedesca avrebbe assunto il ruolo di ‘leader del mondo libero‘. E proprio a riguardo la Merkel ha subito replicato: ‘Il successo può essere raggiunto solo in tanti e il mio obiettivo in politica è di lavorare per la coesione del nostro Paese’, definendo ‘grotteschi e assurdi’ gli appelli di chi l’ha definita ‘l’ultimo difensore del mondo libero e dei valori democratici davanti all’avanzata dei populismi, incarnati dal successo di Trump negli Usa e della Brexit in Gran Bretagna’.
Tornando di nuovo in Europa, oltre alla questione Brexit del Regno Unito, a far vacillare gli equilibri entra in gioco anche la Francia: il Presidente francese Francois Hollande rischia di dover cedere le redini del Paese all’estrema destra di Marine Le Pen.
In questo scenario generale, la Merkel sembra effettivamente rappresentare l’unico anello saldo della catena. E l’ultima visita di Obama significativamente non in Gran Bretagna ma in Germania, appare come un passaggio del testimone della democrazia, da Obama alla Merkel.
Il Presidente americano uscente non ha perso nemmeno l’ultima occasione per celebrare i valori democratici, ricordando nel messaggio di buon lavoro a Trump: ‘Ogni stretta cooperazione deve essere sulla base dei valori della democrazia, della libertà, del rispetto dello stato di diritto e della dignità umana, a prescindere dall’origine, dal colore della pelle, dalla religione, dall’orientamento sessuale o dal credo politico’.