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Quali sono gli animali da lana? Nella nostra quotidianità la lana è una fibra tessile fondamentale, e sin dall’antichità si hanno notizie di come l’uomo abbia allevato alcune specie della fauna per estrarre dal loro vello questa sostanza naturale soprattutto per ripararsi dal freddo, e ancora oggi rappresenta un tessuto utilizzato dall’industria dell’abbigliamento per produrre maglioni, pullover e altri capi da indossare. Sul mercato esistono vari tipi di lana pregiata, ma anche se apparentemente sembrerebbe una pratica innocua, non sono mancate in questi ultimi anni denunce su alcuni trattamenti riservati agli animali negli allevamenti intensivi, con addirittura alcuni casi limite di specie in via di estinzione a causa di un massiccio sfruttamento derivante dalla caccia. Qui di seguito parleremo degli animali da lana con nomi e caratteristiche di quelle più ricercate, ma dedicheremo un capitolo anche a queste barbare distorsioni che purtroppo coinvolgono il settore dell’abbigliamento.
Le caratteristiche della lana peculiari sono morbidezza, elasticità, ma soprattutto un’elevata resistenza termica, per via dell’aria trattenuta tra le fibre, che la rende un indumento ideale per proteggersi dalle escursioni termiche: in Occidente siamo abituati a pensare a un indumento di lana come qualcosa che ci protegge dal freddo intenso, ma ad esempio alcune popolazioni africane la usano anche per il caldo torrido di giorno, in quanto isola anche dal calore eccessivo. Tuttavia ci sono animali da lana che più di altri vengono richiesti dal mercato dell’abbigliamento: se ad esempio ogni tipo di pecora è adatta per la produzione di questa fibra tessile, la lana più pregiata al mondo è la cosiddetta ‘Merinos’, una razza accuratamente selezionata in Spagna intorno al XII secolo, ed attualmente allevata in modo estensivo in Australia, Nuova Zelanda, Germania, Islanda, Sudamerica e Africa.
Anche alcuni tipi di capra producono una lana molto pregiata: ad esempio la capra d’Angora, allevata in Turchia, Sudafrica, Stati Uniti, dalla quale si ottiene il mohair, e soprattutto la capra del Cachemire, originaria del Tibet e diffusa anche in India, Cina, Iran, Afghanistan, dalla quale si ricava una lana esclusiva di grande pregio. Anche il coniglio d’Angora, dal niveo, candidissimo manto, è una delle specie più ricercate ed allevate specificamente per il suo vello. Altri animali da lana caratteristici sono il lama, l’alpaca e la vigogna, appartenenti alla stessa famiglia e originari delle Ande, il cammello e il dromedario, presente sia in Africa che in Asia. Una regione della Terra particolarmente carica di animali da lana è il Tibet, dove sono presenti lo yak, ovvero il bue tipico del Paese, e soprattutto l’antilope tibetana, animale che oggi è in via di estinzione a causa della caccia selvaggia: la sua lana infatti è derivante dal folto sottopelo, per cui l’animale è stato cacciato e macellato per fornire all’industria della moda lo Shahtoosh, una delle lane più soffici, fini e pregiate del mondo. A prezzo però dell’esistenza di un’intera specie.
La questione degli allevamenti intensivi
C’è poi la questione degli allevamenti intensivi, da cui negli ultimi anni sono emerse inquietanti realtà di pecore picchiate, denunce ampiamente documentate di infestazioni di parassiti e pratiche non proprio ortodosse come il mulesing, che consiste nello strappare a brandelli la pelle con tutto il vello, causando ferite sanguinanti agli animali. Anche la tecnica più recente per ovviare a questa barbara metodologia, denominata clipping, che fa in modo di stringere brandelli di pelle senza far passare il sangue affinché il vello si stacchi da solo senza tagliare la pelle, secondo le denunce di alcuni animalisti provocherebbe comunque dolori agli animali. La maggiore sensibilità dell’opinione pubblica al tema sta comunque generando una crescente conversione alla moda vegana con tanto di certificazione da parte di marchi anche famosi: l’attenzione resta comunque elevata, poiché, a dispetto di norme e regole molto chiare e severe sulla questione, troppo spesso la realtà degli allevamenti intensivi, anche con quelli con animali da lana, è in contrasto con il più elementare senso di umanità.