Qualche tempo fa, Hilary Mantel, la scrittrice britannica più premiata al mondo, ci aveva aperto le porte dell’Inghilterra dei Tudor attraverso il romanzo Wolf Hall: in quel caso ci raccontava il regno di Enrico VIII e il matrimonio con Caterina d’Aragona attraverso l’originale punto di vista di Thomas Cromwell, all’epoca Segretario particolare del re, Master of the Rolls e detentore di altri titoli non meno importanti.
La Mantel torna a condurci per mano nell’appassionante – ma allo stesso tempo sanguinoso – passato inglese, dando alle stampe un secondo capolavoro: Anna Bolena. Una questione di famiglia. Di certo, il tema in sé si presta ad essere uno dei migliori soggetti per un romanziere: tutti conosciamo la storia della bellissima concubina che sedusse il re d’Inghilterra e lo portò addirittura a rompere con la Chiesa di Roma, pur di cacciare Caterina dal trono e prenderla in sposa, incoronandola regina. Se ciò non fosse sufficiente, è noto anche il fascino che la figura della Bolena è riuscita a suscitare nel corso dei secoli, dipinta a volte come una vittima dei potenti, altre come una spietata calcolatrice, sempre però circondata da un alone di sensualità, mistero e passione.
Non è tuttavia soltanto il soggetto a fare di questo libro quel lavoro pluripremiato dalla critica che oggi arriva in Italia grazie a Fazi Editore: infatti, se con Wolf Hall la Mantel aveva vinto nel 2009 il primo Man Booker Price, arrivando poi finalista al Costa Novel Award 2009 e all’Orange Prize for Fiction 2010, con questo nuovo affresco dell’Inghilterra dei Tudor si aggiudica il secondo Man Booker Prize ed anche il Costa Prize nel 2012, convincendo tutti sulla qualità di una trilogia che è destinata a concludersi con l’ultimo capitolo – The Mirror and the Light – dedicato alla terza moglie del re: Jane Seymour.
A piacere è anzitutto quel punto di vista particolare che nessuno storico e nessuno scrittore aveva fino ad oggi pensato di adottare: quello cioè di Thomas Cromwell, personaggio criptico capace di incutere timore e allo stesso tempo di affascinare, mettendo in soggezione lo stesso lettore. È Cromwell a catturarci l’attenzione e a farci luce dentro i vicoli della storia inglese con crudo realismo – oltre a una certa dose di cinismo – mettendo da parte i rivoli romantici (che sono, ad esempio, propri di romanzieri come la Gregory), per scegliere invece la strada della franchezza. Ne fuoriesce un resoconto dei fatti accurato e consapevole, che ci consegna un’Anna Bolena spogliata dell’incantevole fascino a cui siamo abituati; la regina si trasforma allora in un mero “affare di famiglia”, dove a dire il vero c’è poco spazio per l’amore e molto invece per la strategia. È proprio qui che sta la forza di questo ritratto inedito elaborato dalla Mantel: fuori dalla leggenda, al di là del mito, salta fuori la vera Inghilterra che fu, una terra molto più arida e sanguinaria di quanto siamo stati abituati a pensare, dove la ruota della fortuna gira per tutti senza scampo, cosicché un giorno si è concubine evanescenti, il giorno dopo ci si sveglia regine adorate, e quello dopo ancora ci si inchina al boia sul patibolo.
Accanto alla figura pur sempre elegante e attraente di Anna, cammina quella di Enrico VIII, che dalle pagine della Mantel emerge come un uomo incapace di resistere al fascino femminile, e tuttavia tanto volubile nei sentimenti quanto negli affari di corte; un Enrico che, massiccio e mutevole, non ha nulla del portamento di Edoardo IV, né del coraggio di Riccardo III, o comunque di quella nobiltà d’animo che fu propria di molti regnanti prima di lui, dai Plantageneti agli York (senza mai risparmiare, in ogni caso, il sangue).
Tutto attorno ai due protagonisti – e allo sguardo onnisciente di Cromwell – Hilary Mantel costruisce inoltre una fitta rete di personaggi, ognuno con la propria precisa personalità: le dame di corte, il figlio del Segretario e quelli del re, la regina deposta ora esiliata e in punto di morte, i fidi amici del sovrano che non perderanno occasione di infilarsi nel letto di sua moglie, l’ambiziosa famiglia dei Bolena, e infine Jane Seymour, la donna che adesso ha rubato il cuore di Enrico VIII, per la terza – ma non ultima – volta. Sarà lei a trionfare nel prossimo capitolo della trilogia: nuova regina d’Inghilterra dalle origini non troppo nobili, Jane conoscerà la gioia della gloria per un solo, breve anno, durante il quale tuttavia darà al trono quel figlio maschio tanto desiderato.
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