Il 25 luglio è stata la Giornata Mondiale della prevenzione all’annegamento, un momento molto importante per ricordare che questo fenomeno è molto diffuso. Ecco i numeri preoccupanti del nostro Paese.
In estate si sente molto parlare di incidenti di annegamento, episodi gravi che possono capitare che però, con la giusta prevenzione, potrebbero essere evitati.
Solo nel nostro Paese i numeri sono molto alti, se guardiamo ai quattro anni passati: sono migliaia le vittime di annegamento in Italia, una cifra davvero preoccupante.
Il 28 aprile 2021 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ufficializzato la rilevanza internazionale del problema dell’annegamento, istituendo la Giornata mondiale dedicata alla Prevenzione degli Annegamenti, che cadeva ieri, 25 luglio.
I 193 Stati membri delle Nazioni Unite, infatti, hanno stabilito dei piani che ogni Paese dovrebbe prevedere per prevenire gli annegamenti, un fenomeno molto a rischio soprattutto ora che l’Unesco ha lanciato un forte allarme.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha, infatti, avvisato che nell’arco di 30 anni potrebbe arrivare un forte tsunami nel Mar Mediterraneo, un’eventualità a cui non siamo ben preparati. Ecco perché, entro il 2023, ogni nazione dovrebbe prendere le giuste precauzioni con piani d’emergenza infallibili.
In Italia, secondo un report dell’Iss, sono davvero tante le vittime per annegamento, soprattutto la fascia d’età che va tra i 45 e 64 anni: parliamo di almeno 1.200 persone decedute in acqua, tra il 2015 e il 2019.
In generale, le fasce d’età più a rischio sono quella 45-64 anni, quella 65-79 anni e quella 0-10 anni, ovvero i bambini che sono spesso vittime di annegamento accidentale.
Secondo quanto riportato dalle stime dell’Onu, nel mondo muoiono per annegamento circa 236 mila persone, soprattutto tra i bambini e i giovani fino a 24 anni. L’annegamento, secondo il rapporto, è la terza causa di morte nel mondo a causa di eventi accidentali.
Per prevenire, o almeno per provare ad attutire il problema, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha diffuso delle regole da seguire molto importanti.
Prima di tutto, sorvegliare sempre i bambini in acqua, senza lasciarli da soli soprattutto se non sono molto bravi a nuotare.
Evitare di stare in spiaggia nelle ore più calde della giornata, recintare piscine e corsi d’acqua per evitare che soprattutto i bambini ci cadano accidentalmente e poi sarebbe ottimale iscrivere i più piccoli a corsi di nuoto.
È importante anche non lasciare i giocattoli in piscina, il bambino potrebbe essere attratto e cadere in acqua, far indossare la cuffia ai più piccoli, evitando che i capelli si impiglino e gli ostruiscano la vista.
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