In Italia si fa un uso eccessivo degli antibiotici negli allevamenti? La questione è stata sollevata da diverse associazioni ambientaliste, che hanno portato all’attenzione del governo la questione, chiedendo un intervento urgente al fine di limitarne l’utilizzo drasticamente. L’Italia infatti risulta essere al terzo posto tra i Paesi Ue per uso di antibiotici negli allevamenti animali, che possono pregiudicare la salute tanto degli esemplari addomesticati quanto dell’uomo, ed è necessario adoperarsi sia in sede nazionale che in quella comunitaria affinché tali rischi di conseguenze negative non facciano ulteriori vittime rispetto a quelle già certificate.
Alle associazioni animaliste si sono aggiunte altre sigle sindacali e per la tutela dei consumatori per denunciare la situazione al ministero della Salute: la questione degli antibiotici negli allevamenti viene generalmente sottovalutata, ma il comunicato congiunto rilasciato spiega in maniera sintetica ma efficace la natura del problema: ‘L’Italia, all’interno dei Paesi Ue, è il terzo più grande utilizzatore di antibiotici negli allevamenti, con la situazione più critica negli allevamenti intensivi: il 71 per cento degli antibiotici venduti in Italia va agli animali d’allevamento e il 94 per cento di questi trattamenti è di massa. Questa modalità di utilizzo degli antibiotici è la condizione a più alto rischio per la nascita di super batteri che dagli allevamenti possono raggiungere le persone e farle ammalare, contribuendo a far salire il numero di morti per antibiotico resistenza, tra 5mila e 7mila persone l’anno in Italia. La strada maestra per contrastare l’antibiotico-resistenza è far ridurre significativamente il consumo di antibiotici‘. Per questo motivo le associazioni chiedono al governo italiano impegni precisi in sede europea a sostegno del divieto dell’uso profilattico e metafilattico dei trattamenti di massa preventivi, e il divieto assoluto degli antibiotici di importanza critica per l’uomo a fini di prevenzione negli allevamenti.
Come contrastare l’abuso degli antibiotici negli allevamenti? Nella loro interrogazione le associazioni chiedono al governo di promuovere la riduzione del consumo di antibiotici, in particolare quelli definiti critici per l’uomo, ma nel medio periodo la richiesta è conoscere le scadenze entro le quali si intende stoppare gli attuali utilizzi, attraverso la creazione e pubblicazione di un Piano nazionale sull’antibiotico-resistenza aggiornato agli ultimi dati, e al contempo di avviare iniziative per obbligare l’industria zootecnica a rispettare determinati vincoli all’utilizzo di questi antibiotici. Su questi temi delicati il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, durante l’ultima assemblea generale dell’Onu, ha spiegato gli effetti dannosi dell’antibiotico-resistenza sulla salute, che entro il 2050 potrebbe far salire il numero delle vittime, a livello mondiale, dalle attuali 700mila a 10 milioni di persone. Un eccidio silente frutto di abusi e comportamenti dannosi nel campo degli antibiotici negli allevamenti animali.
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