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Dopo la firma del contratto è ufficiale: Antonio Conte è veramente a tutti gli effetti il nuovo CT della Nazionale Italiana. L’ex allenatore della Juventus ha firmato il contratto biennale come ct della Nazionale fino al 2016. Pochi minuti dopo è iniziata la conferenza stampa di presentazione a Roma. Una press conference fiume, con Carlo Tavecchio al suo fianco, l’uomo che lo ha fortemente voluto sulla panchina azzurra, nonostante le richieste esoso del capitano bianconero. E di questo e molto altro si è parlato nella sua giornata di presentazione. Vediamo insieme.
“Tutti vorrebbero essere al mio posto”
“Sono emozionato perché al mio posto vorrebbero esserci tutti gli allenatori di questo Mondo. E’ la Nazionale più importante insieme al Brasile. Sono orgoglioso del fatto che il presidente abbia pensato a me. Colgo l’occasione anche per salutare Prandelli che è stato ct per quattro anni compiendo un ottimo lavoro. A lui va il mio in bocca al lupo. Ringrazio anche Sacchi per il lavoro svolto con il nostro settore giovanile. Le porte per lui sono sempre aperte”.
Italia da rivitalizzare
“Non pensavo di rientrare in pista dopo 35 giorni. Volevo fare un aggiornamento tattico in giro per l’Europa e aspettare un top club europeo. Poi è arrivata la telefonata di un top top club e facendo le dovute riflessioni, capendo l’entusiasmo di Tavecchio, dalla seconda telefonata lui ha capito di aver fatto breccia nel mio cuore. Sapete che anche a me piacciono le sfide. Ripeto: ho il privilegio di essere nel posto in cui vorrebbero stare tutti. Sull’aspetto tecnico? I giocatori arrivano da esperienza non positiva, ma abbiamo buoni giocatori che vanno fatti diventare una squadra. In questo modo il gap tecnico rispetto agli altri può essere colmato. Mi piacciono le sfide ardue, come quando arrivai in A con la Juve. Anche oggi arrivo in un periodo non semplice, abbiamo bisogno di risollevarci”.
Ciclo finito alla Juventus
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“Giuseppe Rossi è un giocatore importante, un patrimonio. Mi auguro che possa risolvere in maniera definitiva i suoi problemi per il bene della Fiorentina e della Nazionale. Spero di averlo a disposizione. Sui singoli non voglio entrare nel merito. Tutti possono essere convocati, ma la convocazione bisogna meritarsela. Bisogna guardare le cose a 360°: sia per le cose che accadono in campo che per quelle che accadono fuori. Viene l’uomo prima del calciatore. Veto della Juve per andare in altri club? Si è letto ogni cosa. Posso solo dire che dopo tre anni ero giunto alla fine di un rapporto. Ci abbiamo provato per un altro mese, ma sia io che la società ci siamo accorti che era impossibile andare avanti”
“Io vivo per la vittoria!”
“La vittoria è una dolce condanna, io vivo per la vittoria. Sapete benisimo la differenza che c’è fra vincere e perdere. E’ come vivere o morire. Quando perdo c’è una morte apparente per me e i miei familiari per due giorni. Io qui voglio portare la mia mentalità, cercare di far capire la differenza fra vincere e perdere, o vincere e pareggiare. Noi vogliamo che la vittoria diventi una dolce condanna anche per la Nazionale”. “Io oggi sono il ct, o meglio l’allenatore, di tutto il popolo italiano. Nella mia testa e nel mio cuore c’è l’azzurro. E dentro l’azzurro ci stanno tantissimi colori”.
Calcioscommesse: “squalifica ingiusta”
“Sono tre domande agghiaccianti”. Antonio Conte scherza, facendo riferimento alla celebre imitazione di Crozza, durante la presentazione da nuovo ct della Nazionale. Le domande di un cronista sono relative al numero degli scudetti della Juventus, alla sua squalifica per il calcioscommesse e alla possibile influenza dello sponsor tecnico della Nazionale, Puma, sulle sue convocazioni. Quanto agli scudetti (32 per la Juve, 30 per la Figc dopo calciopoli), l’ex tecnico bianconero glissa: “Per me quelli importanti e quelli che ricordo più’ volentieri sono i miei, che sono 8, 5 da giocatore e 3 da tecnico. Li ricordo di più’ e con grande gioia”; la squalifica “e’ stata ingiusta, hanno deciso di farmi pagare quella squalifica e l’ho fatto, con grande dolore mio e della mia famiglia. Pero’ – aggiunge – e’ stato un percorso anche quello che mi ha aiutato a crescere anche a livello umano. La mia presenza qui un anno e mezzo dopo e’ una risposta”. E infine: “Chi conosce Conte, sia come uomo che come professionista, sa bene che niente e nessuno mai potra’ impormi nulla”
Staff e codice etico
“Oggi la cosa più importante è dare delle certezze alla squadra, c’è poco tempo per inventarsi le cose. Ho in mente di ripercorrere quanto fatto alla Juve. La base sarà quella di ripartire da certezze. Sono convinto che sarà una grande dote per la Nazionale. A me, giovani o non giovani, serve gente che corra e faccia quello che chiedo. Lo staff è al completo, valuteremo solo la figura del preparatore dei portieri in questi giorni. Il codice etico? Mi piacerebbe usare il termine comportamento... Sarò io a decidere in base alla mia moralità e quello che vedo. Non ci saranno standard di punizione. Se vedo comportamenti gravi, deciderò io come provvedere”