Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, si dice pronto ad andare al governo con gli alleati del centrodestra e afferma che ricoprirà il ruolo che il presidente Berlusconi riterrà per lui più appropriato.
L’ex presidente del Parlamento Europeo è in corsa per vari ministeri all’interno del nuovo esecutivo a guida Meloni, governo che Tajani auspica sia il più possibile rappresentato da figure politiche votate dai cittadini.
Antonio Tajani non avrebbe smanie particolari sul suo ruolo nel prossimo governo, affidando le sue sorti alla volontà di Silvio Berlusconi. A rivelarlo è il diretto interessato, che così risponde a chi gli domanda della sua possibile nomina in un dicastero o in un organo istituzionale di peso.
Indiscrezioni vorrebbero il vicepresidente e coordinatore unico di Forza Italia quale candidato principale per divenire la seconda carica dello stato, ossia il presidente del Senato, ma non si esclude un suo coinvolgimento in un ministero importante, come la Difesa o gli Esteri.
Un intreccio di nomi e posizioni apicali tipico dei concitati momenti di formazione di un nuovo esecutivo, soprattutto quando gli alleati che si apprestano a governare assieme sono attraversati da tensioni e frizioni di lungo corso.
Tant’è vero che si registra una frenetica attività di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia per coordinare le richieste di equa rappresentanza, avanzate dalla coalizione, con la necessità di offrire una squadra di governo autorevole, che rassicuri Europa e partner internazionali.
Il punto di maggior frizione tra azzurri e meloniani si avrebbe sulla natura politica del nuovo Consiglio dei ministri. Nonostante le smentite di Tajani, che bolla il tutto come infondate ricostruzioni giornalistiche, Forza Italia si sarebbe detta contraria ad inserire nei dicasteri più importanti, quali Economia, Interno, Esteri, figure provenienti dalla società civile e apartitica, i cosiddetti tecnici.
L’ex presidente del Parlamento UE ridimensiona l’accaduto, affermando come Berlusconi abbia solo voluto ribadire la natura finalmente politica dell’esecutivo che sta per nascere, dopo i tanti anni di governi tecnici o frutto di accrocchi parlamentari non espressivi delle volontà del Paese.
Per tale ragione, in rispetto agli elettori della Penisola, la nuova compagine di governo dovrebbe essere incarnata da politici, a cui poter eventualmente affiancare alcune personalità tecniche di rilievo.
Per quel che concerne i contenuti che Forza Italia vorrebbe portare da subito avanti nel nuovo Parlamento, Tajani palesa la volontà azzurra di modificare il Superbonus 110%, apportando una riduzione dell’incentivo all’80%.
Ciò poiché la misura, che pur è fondamentale per aiutare la crescita e la ripresa del comparto edilizio, non può essere prorogata in questa forma, che è stata concepita in un’ottica emergenziale e temporanea, e richiede quindi un immediato intervento rimodulatorio da parte del governo.
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