In base a ciò che afferma uno studio inglese che si è divulgato nei giorni passati, sembra che questa sperimentazione abbia evidenziato la presenza di lavoratori meno stressati ed esauriti.
In base a ciò che afferma Roberto Benaglia, il segretario della Fim Cisl, i risultati ottenuti non hanno fatto altro che imporre l’apertura di un confronto tra le diverse parti sociali così che si possa procedere sulla stessa strada.
E così anche in Italia si inizia a discutere dell’ipotesi della settimana corta. I sindacati chiedono che anche in Italia questo nuovo modello venga utilizzato anche perché alcune aziende hanno già portato avanti questo esperimento ottenendo degli ottimi risultati.
Infatti, dal Regno Unito, il risultato della sperimentazione risulta essere più che positiva al punto che Roberto Benaglia, il segretario del film Cisl, propone di “aprire un confronto tra le parti sociali per andare nella stessa direzione”.
Benaglia inoltre spiega che è arrivato il momento di regolare il lavoro soprattutto all’interno del settore manifatturiero così che questo possa diventare più libero, sostenibile e produttivo.
Inoltre per il presidente è importante modificare gli orari aziendali e diminuirli in modo tale che non si vada a di sfavore della competitività aziendale ma che si trovino dei nuovi equilibri così da ottenere dei risultati migliori.
In questa direzione, l’anno passato la Fim CISL aveva già avanzato delle proposte di negoziazione a livello aziendale proponendo “già lo scorso anno ha proposto di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario, che possa essere dedicata anche alla formazione o ai carichi di cura”
Uno studio inglese, il quale è stato reso pubblico durante i giorni passati, afferma che questa sperimentazione ha sottolineato la presenza di dipendenti meno stanchi e stressati, portando addirittura ad un leggero aumento dei ricavi.
Dalla ricerca è possibile addirittura venire a conoscenza del fatto che il 71% ha dichiarato un livello più basso di Burnout mentre il 39% ha confermato di avere accumulato meno stress a differenza di quel periodo di tempo che precedeva lo studio.
Questi risultati si traducono in una diminuzione del 65% dei giorni di malattia e in un abbassamento del 57% delle dimissioni. Ma il dato più soddisfacente è l’alto livello di consenso delle aziende.
Pare infatti che il 92% abbiano intenzione di proseguire con la settimana corta mentre 18 imprese hanno addirittura confermato che questo cambiamento sarà permanente.
In questo modo i dipendenti riusciranno con più facilità a unire il lavoro con gli impegni sociali e familiari, diminuendo i livelli di ansia e migliorando la propria salute mentale oltre che a quella fisica.
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