Gli operatori sanitari saranno obbligati a inserire su Immuni i codici delle persone risultate positive al Coronavirus, al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’app. La disposizione è contenuta nel Dpcm firmato ieri, domenica 18 ottobre, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Ribandendo quanto previsto dalla circolare del ministro della Salute dello scorso 29 maggio, il nuovo decreto impone il caricamento nel sistema del codice generato automaticamente dall’app. La nota chiarisce che dovranno occuparsene gli operatori sanitari del Dipartimento di prevenzione di Asl, Ats o Usl.
La disposizione diventa fondamentale per provare a rimediare alle inefficienze riscontrate nelle ultime settimane. Da quanto emerso nei giorni scorsi, in Veneto nessuno delle Usl ha mai inserito i dati dei soggetti positivi su Immuni. Discorso simile anche per Lombardia e Liguria, dove diversi utenti hanno segnalato di non essere riusciti a trovare nessuno in grado di caricare il codice sull’applicazione, nonostante i diversi tentativi con il medico di base, l’Asl e il call center di Immuni.
Come funziona Immuni
Lanciata lo scorso 15 giugno, Immuni ha registrato 500mila download nel primo giorno e due milioni in una settimana. Secondo i dati pubblicati da Bending Spoons, la società che ha sviluppato il sistema di tracciamento , gli utenti che ad oggi hanno scaricato l’app sono 7.955.418, pari al 18% della popolazione italiana. Questo non è ancora abbastanza, nonostante il numero di download sia in crescita. L’app infatti, per ottenere i risultati sperati, dovrebbe essere scaricata dal 60% della popolazione.
Immuni, il cui download non è obbligatorio, ma volontario, genera per ogni utente un codice alfa numerico, personale e non modificabile. Attraverso l’utilizzo di Bluetooth e geolocalizzazione, invia una notifica sul cellulare di chi è entrato in contatto di recente con una persona risultata positiva al virus, che si è segnalata sull’app.
Chi riceve la notifica deve così contattare l’Asl o il medico di base. Se non si presentano sintomi, l’utente dove restare in casa in isolamento fiduciario per 10 giorni dall’arrivo della notifica.
In quanto anonima, Immuni non invia alcuna segnalazione alle autorità. Infatti, è l’utente a dover segnalare la notifica all’Asl, che dovrà così fornire indicazioni su come procedere e, eventualmente, prescrivere il tampone.
La Stampa, Conte vuole rendere obbligatorio il download
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, il premier Conte starebbe pensando di rendere l’applicazione obbligatoria per i cittadini. L’idea sarebbe arrivata dal capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. Introdurre l’obbligo di scaricare Immuni andrebbe però a scontrarsi con l’idea del “download volontario” portata avanti in questi mesi e richiesta anche dalla Commissione europea.
Inoltre, gli smartphone precedenti al 2015 non supportano l’applicazione. Di conseguenza, diversi cittadini sarebbero impossibilitati a scaricare l’app di tracciamento e il Governo si troverebbe così a dover fronteggiare un altro problema.