Il gruppo Meta ha individuato 400 app truffa, che si impossessavano dei dati personali tramite gli account: a rischio 1 milione di utenti.
Le applicazioni erano spesso mascherate da diverse tipologie di servizi, dall’editing foto alle reti private che promettevano navigazioni più veloci, fino a servizi di VPN e accessi a siti web bloccati. Più di 350 scaricabili dal Play Store di Google e 47 quelle sull’App Store Apple. La notizia è stata data da Facebook nella giornata di ieri.
Il mondo dei social è oramai dominante, nella nostra epoca, ma in termini di sicurezza e privacy sono ancora tanti i passi da fare. Sì, perché con tutti i nostri dati personali a disposizione di un’applicazione, viste le migliaia di liaison, gli accessi che evitano le registrazioni e che mettono a disposizione il collegamento con l’account Facebook stanno palesemente sfuggendo di mano.
E’ questo il caso delle ultime truffe scoperte dal gruppo Meta, che ha rivelato centinaia di App truffaldine, le quali richiedendo le credenziali del famoso social network entravano poi, dopo i vari passaggi, in possesso di informazioni confidenziali e protette dalla privacy degli utenti.
La notizia è stata rilasciata nella giornata di ieri da parte di Facebook, che ha dichiarato che le 400 app circa erano state inserite negli store di Google e di Apple, ben 355 nel Play Store e 47 nell’App Store di casa Apple.
I dati sono emersi da un report che il gruppo Meta ha stilato proprio nelle ultime settimane, dove sono state smascherati gli spyware e i malware, finte app come programmi di editing foto e video, accesso ai siti web bloccati, ma anche oroscopi, monitoraggi del fitness, piuttosto che app di intrattenimento come filtri per la fotocamera.
Vista la scoperta delle truffe Facebook ha inoltrato avvisi ad un milione di utenti, in cui si informano gli utenti di reimpostare le password a causa delle app truffa.
Il direttore di Threat Disruption, David Agranovich ha fatto sapere che le app sono state cancellate dagli store, notizia confermata anche da un portavoce di Google. Le applicazione ritrovate nello store dell’iPhone erano di utilità aziendale, mentre quelle di Google erano – fanno sapere fonti interne – app di consumo.
Sempre secondo Agranovich i criminali informatici avrebbero mirato alle persone che utilizzano gli strumenti aziendali di Facebook, comprendendo quanto popolari siano tali applicazioni al momento.
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