[galleria id=”7713″]
Il programma del neo sindaco di Torino, Chiara Appendino, continua a rimanere sotto la lente di ingrandimento. Questa volta, a far crescere le polemiche è stata la questione del wi-fi e della sua presunta nocività. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Repubblica, l’Appendino vorrebbe limitare l’uso del wi-fi al minimo indispensabile
Non appena il noto quotidiano ha pubblicato l’articolo in cui si legge che il neo sindaco della città sabauda intenderebbe limitare l’uso del wi-fi nelle scuole, perché potenzialmente ‘pericoloso’ per la salute dei torinesi, l’Appendino, ha subito replicato con un Tweet in cui sottolinea di non aver mai sostenuto che il wi-fi sia nocivo.
#wifi: costruire un sistema a banda larga su tutta la città. Questo dice il mio programma a pag 58.
Mai parlato di wifi "nocivo" @rep_torino— Chiara Appendino (@c_appendino) 21 luglio 2016
Il neo sindaco, esponente del Movimento 5 Stelle che lo scorso 19 giugno ha detronizzato l’ex sindaco Piero Fassino, secondo quanto riportato a pagina 23 del suo programma di governo, vorrebbe iniziare a limitare l’uso del wi-fi nelle scuole, ‘riducendo il tempo e la quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività per lo stretto necessario’.
Tuttavia, nonostante l’immediata risposta dell’Appendino, la polemica in rete non sembra volersi placare, anzi le prime opposizioni sono giunte proprio dagli ex assessori della Giunta Fassino e da molti altri esponenti del Partito Democratico piemontese.
Analizzando a fondo le 62 pagine del programma elettorale del nuovo sindaco, si legge chiaramente che ‘a loro sta a cuore lo sviluppo dei sistemi di connessione’, ma anche ‘l’ambiente e la salute dei cittadini’.
Le polemiche nei confronti dell’Appendino si sono infuocate anche nei giorni scorsi, per un altro punto dolente del suo programma: l’introduzione della dieta vegana nelle scuole.
L’esigenza di inserire la promozione della dieta veg nasce in un contesto, quello del capoluogo piemontese, particolarmente sensibile e attento alla questione. Negli ultimi anni infatti, i ristoranti vegani e vegetariani si sono molitplicati, così come le gastronomie e i negozi che vendono prodotti biologici.
‘È la città stessa che ha una domanda tale che non può non essere ascoltata. Non vorrei però creare una contrapposizione con l’industria della carne. Non vogliamo far chiudere le piccole botteghe o rovinare le persone che lavorano da anni valorizzando il patrimonio enogastronomico piemontese’, ha precisato l’assessore Stefania Giannuzzi.
La promozione della filosofia vegana si trova nel programma di Governo sotto la voce ‘Promozione della cultura ambientale’, che prevede tra gli obiettivi, anche quello di ‘mettere in pratica la strategia dei rifiuti zero e i principi dell’economica circolare’.