A distanza di oltre 70 anni, l’Italia si è decisa a fare i conti con il passato e il Governo Renzi ha deciso di contribuire con ben 2 milioni di euro alla costruzione del primo museo dedicato al Fascismo. Subito è scoppiata la polemica sul web: ‘Siamo sicuri che sarà un luogo di cultura e convegni, o rischiamo che siano stati utilizzati soldi pubblici per finanziare un luogo di incontro per nostalgici del Duce?’.
Basterebbe già la notizia in sé a scatenare un dibattito storico-ideologico, se poi si considera il luogo in cui verrà costruito il museo, la polemica scatta in automatico: sorgerà infatti a Predappio, a 500 metri dalla dimora natale di Benito Mussolini e a poco più di un chilometro dalla cripta in cui sono custodite le spoglie del Duce, dove ogni anno si riuniscono migliaia di ‘affezionati’ rigorosamente in camicia nera.
Ad occuparsi della questione è il sottosegretario Luca Lotti, il quale ha recentemente visitato la location in cui dovrebbe essere edificato il museo e ha garantito che il Governo troverà i fondi che mancano per la sua realizzazione, ovvero circa due milioni di euro, pari al 40% del costo totale.
La pratiche per la cessazione gratuita dell’edificio, che negli anni ’30 ha ospitato la sede del Partito, sono state avviate a dicembre, quindi entro marzo ci sarà il passaggio definitivo e si potrà passare alle fasi pratiche di costruzione.
E mentre la polemica impazza, c’è chi confessa che l’apertura del museo è un sogno che si realizza: a sostenerlo è Giorgio Frassineti, sindaco Pd, che da molti anni si batte per ridare lustro a quel palazzo ormai abbandonato: ‘Vogliamo dare un contributo alla Storia del nostro Paese’.
A Predappio, per ora la storia si racconta tra le vetrine dei negozi con una quantità inverosimile di souvenir del fascismo: magliette e uniformi, calendari del Duce e persino mazze di legno e body per neonati con l’improbabile scritta ‘Per un mondo più pulito, torna zio Benito’.
Non certo nella maniera migliore, soprattutto se si considera che l’intento è quello di dare forma a un centro di documentazione storica nazionale.
A stupire è anche l’atteggiamento dei ‘fedeli’, che vengono a fare visita alla cripta di Mussolini: dinanzi al suo gigantesco busto, si inginocchiano e scrivono una dedica, spesso composta da frasi fanatiche, su un quaderno.
Carlo Giunchi, consulente del sindaco che da diversi anni si occupa della realizzazione di questo grande centro, sottolinea che l’obiettivo è proprio quello di andare oltre il mero fanatismo: ‘Vogliamo liberarci dagli aspetti ideologici e mettere al primo posto la storia’.
Giunchi, che ha appena terminato la realizzazione del primo museo dedicato al nazismo, a Monaco, ha tutte le intenzione di ricreare qualcosa di simile, qui in Italia, sul fascismo.
Per ora di parla di un centro di documentazione, con archivio e biblioteca, mostre temporanee, un’area ristoro, un bookshop e degli uffici, distribuiti su 2.100 metri quadrati.
Il costo totale si aggira intorno ai cinque milioni di euro: 500 mila euro arriveranno dal Comune, altri 500mila dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, due milioni dai fondi europei e per i due milioni mancanti ci penserà Renzi.