[didascalia fornitore=”ansa”]In Arabia, le donne devono girare accompagnate da un uomo della famiglia[/didascalia]
Altra svolta storica per l’Arabia Saudita dove, dal 2018, le donne potranno entrare negli stadi. La conferma è arrivata dalle autorità alla Bbc: la riforma, voluta dal principe Mohammed bin Salman nell’ambito della battaglia per la modernizzazione della società saudita anche come stimolo economico, partirà dalle tre grandi città del Paese – Riad, Gedda e Damman – per poi estendersi in tutto il regno. Le autorità sportive della monarchia saudita hanno confermato che i lavori nei tre impianti inizieranno al più presto , in modo da essere pronti “ad accogliere le famiglie dall’inizio del 2018”, anche grazie alla creazione di “ristoranti, caffè e maxischermo” all’interno delle strutture.
L’apertura alle donne negli stadi in Arabia Saudita segue un’altra storica riforma che lo scorso settembre ha permesso alle donne saudite di guidare, facendo cadere anche in quel caso un divieto decennale.
La revoca del divieto di guida per le donne aveva acceso aspre polemiche con le autorità religiose del regno, ma è stato un passaggio epocale per la monarchia assoluta, tra le più chiuse sui diritti delle donne al mondo.
Ora l’apertura per gli stadi, che ha già avuto un’anteprima lo scorso 23 settembre quando alcune donne sono state ammesse al King Fahd stadium di Ryad in occasione dei festeggiamenti per l’87esimo anniversario del regno saudita. Un centinaio di donne sono entrate nella struttura e fatte accomodare con le famiglie, lontano dagli uomini single.
Il progetto faceva parte del programma di riforme “Vision 2030”, lanciato due anni fa dal governo per diversificare l’economia e non dipendere solo dal petrolio: con i Mondiali del 2022 in Qatar, inoltre, il calcio sbarcherà nell’area del Golfo, con tutti gli introiti economici e le conseguenze politiche e di immagine del caso.