Svolta storica in Arabia Saudita: re Mohammed bin Salman ha emanato un decreto reale che concede alle donne di prendere la patente. Le donne potranno guidare l’auto senza il rischio di essere punite a suon di frusta. Il decreto emesso oggi ordina l’istituzione di un comitato di alto livello che coinvolge i ministeri degli Affari interni, delle Finanze, del Lavoro e dello Sviluppo sociale, uomini che saranno incaricati di studiare le modalità per applicare la nuova legge in favore delle donne.
“Penso che la nostra leadership capisca che la nostra società è pronta”, ha dichiarato l’ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti, il principe Khalid bin Salman bin Abdulaziz, a proposito della decisione di re Salman di concedere alle donne saudite la possibilità di guidare. Il diplomatico ha specificato che le donne non dovranno ottenere un permesso da un tutore legale per ottenere la patente e non avranno bisogno di un tutore con loro in auto quando saranno alla guida. Potranno cioè – incredibilmente – guidare da sole l’automobile!
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/mondo/2017/09/22/per-lo-sceicco-le-donne-hanno-1-4-di-cervello-e-non-possono-guidare-ma-l-arabia-saudita-apre-alla-patente-per-40enni/185197/” testo=”LO SCEICCO CONSERVATORE: ”LE DONNE NON POSSONO GUIDARE, HANNO UN QUARTO DI CERVELLO”]
Va detto che la decisione di concedere alle donne il diritto di poter guidare l’automobile non arriva dal nulla, ma è stata fortemente voluta dalle stesse donne saudite, che da anni si sono impegnate con mobilitazioni contro il divieto. Era il 1990 quando decine di donne saudite si misero al volante per protesta e furono punite con la prigione. Nel 2007 l’Associazione per la Protezione e la Difesa dei Diritti delle Donne in Arabia Saudita presentò a re Abdullah 1.100 firme a sostegno di un documento in cui si chiedeva di abolire il divieto. Tra le promotrici c’era Wajeha al-Huwaider, protagonista l’anno successivo di un video su You Tube diffuso nella giornata delle donne, in cui si mostrava al volante di un auto, suscitando l’attenzione internazionale sulla loro condizione.
Nel 2011, poi, un gruppo di donne lanciò la campagna Women2Drive, che rimbalzò su Facebook. A maggio, l’attivista Manal al-Sharif si fece filmare mentre guidava, le immagini furono postate e lei venne arrestata e poi rilasciata. I mesi successivi altre donne seguirono l’esempio, fino al novembre 2014, quando fu arrestata Loujain al-Hathloul, e imprigionata per due mesi e mezzo. L’attivista, in possesso di una patente degli Emirati Arabi Uniti, guidò da Abu Dhabi fino al confine con l’Arabia Saudita e tentò di attraversarlo.
Da quando re Salman è salito al trono nel gennaio del 2015 ci sono state delle aperture sul fronte dei diritti delle donne di cui quella odierna appare come la più eclatante. La decisione del re, che entrerà in vigore da giugno del prossimo anno, è stata annunciata dalla televisione di stato e contemporaneamente in un evento a Washington. “È un grande passo nella giusta direzione”, ha poi commentato il Dipartimento di Stato Usa, attraverso la portavoce Heather Nauert.
A far maturare i tempi ci ha pensato anche la presa di coscienza che limitare le donne nell’uso dell’auto, oltre che ledere i diritti umani provoca anche delle ripercussioni sull’economia del paese e quindi sul suo sviluppo. Le statistiche del 2015 indicano, infatti, che sono quasi 1,6 milioni le donne saudite che lavorano, e che si spostano usando trasporti pubblici, taxi o autisti stranieri, invece di usare un proprio mezzo. Inoltre in caso di ricovero in ospedale o visite mediche, sono i parenti maschi a dover prendere un permesso dal lavoro per accompagnare mogli e figlie.
Non a caso il miliardario filantropo e sostenitore dell’emancipazione femminile, Alwaleed bin Talal è stato il primo che ha ‘spinto’ il re Salman a firmare il decreto che autorizza le donne a guidare, spiegando al regno wahabita che non far guidare le donne vuol dire danneggiare l’economia. (Dal suo tweet del 30 novembre 2016: ‘basta discutere, è arrivato il tempo per le donne di guidare’)
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Insomma, la società saudita sta facendo passi in avanti nel riconoscimento dei diritti delle donne, vuoi per un’apertura mentale, vuoi per una volontà di migliorare la produttività della forza lavoro guardando allo sviluppo dell’economia nazionale. Con la caduta del divieto di guidare per le donne l’Arabia Saudita si prepara quindi a fare un passo in più verso il futuro, anche se le proibizioni in vigore per le donne sono ancora tante.
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