Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha indetto una conferenza stampa per illustrare la situazione italiana a oggi e per spiegare perché sono stati presi determinati provvedimenti e cosa ci si aspetta da questi.
La conferenza è avvenuta alla vigilia dell’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm emanato da Giuseppe Conte, che vedrà l’Italia divisa in diverse fasce, suddivise per gravità.
Il commissario ha voluto sottolineare come il Covid sia una realtà ormai pervasiva della nostra quotidianità e che sono sempre più elevate le probabilità che ogni cittadino conosca qualcuno che l’ha contratto. Serve quindi che tutti ora si impegnino e collaborino, accantonando polemiche e scontri. Parole che assumono ancora più significato oggi, che si è registrato il numero di decessi più alto da aprile, ben 445.
La richiesta di unione tra istituzioni e forze politiche è finalizzata a supportare i cittadini, ai quali vengono chiesti da mesi grandi sacrifici e ora sono in estrema sofferenza. L’obiettivo comune è l’uscita quanto prima dalla pandemia.
La situazione, spiega Arcuri, oggi è grave ma è comunque sotto controllo, un’informazione importante per non gettare tutti nel panico. Ora bisogna raffreddare la curva dei contagi e sarà possibile con le nuove norme in vigore da domani.
Domenico Arcuri ha spiegato il perché dei provvedimenti presi. “Nell’ultima settimana i contagiati sono cresciuti del 38%, in quella prima del 64% e in quella ancora precedente del 107%. Questo significa che le misure delle settimane scorse iniziano a produrre i primi ma ancora insufficienti effetti sulla curva dei contagi“. Oggi siamo tutti più consapevoli del virus e si sa meglio come affrontarlo. Se prima si veniva travolti dal virus, ora si può provare a rincorrerlo e sconfiggerlo, ma servono ancora restrizioni.
La divisione in diverse fasce si basa su un complesso sistema di valutazione strutturato su 21 parametri ed è utile per capire la situazione di una determinata area quindi prevenire la diffusione del virus. Un sistema molto utile, anche se non accettato da tutti: “Comprendo che i cittadini delle regioni con regole più severe non lo comprendono e sono delusi, però credetemi questa divisone è stata fatta davvero nell’interesse di tutti gli abitanti, per prevenire situazioni critiche o potenzialmente critiche. Nei prossimi giorni ne capiremo l’importanza e la portata“.
Ogni Regione verrà monitorata e man mano aggiornato il suo stato, tenendo sempre alta la guardia che porterà presto a risultati positivi, così da evitare un altro lockdown nazionale.
I posti in terapia intensiva in tutta Italia arriveranno a essere 11.307, oltre il doppio rispetto all’inizio della pandemia, sono stati distribuiti oltre un miliardo di mascherine a tutti i territori e 13 milioni di tamponi molecolari. Inoltre, con il permesso ai medici di base di eseguire i test antigienici, si prospetta di farne 100 mila al giorno. Intanto si lavora per il vaccino.
“Oggi abbiamo 8 volte i contagiati in più di 4 settimane fa” dice Arcuri. Dunque, bisogna fidarsi: stringere i denti ancora una volta per poter dire chiuso definitivamente questo capitolo.
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