Un sequestro molto particolare quello che è stato portato avanti dalla Guardia di Finanza di Agrigento: si tratta di una vasta area destinata allo stoccaggio dei barconi dei migrati. Sono indagate anche 4 persone.
Quasi 1500 metri quadrati sull’isola di Lampedusa e lì erano state depositate tante barche e barchini, mezzi con i quali i migranti hanno raggiunto l’isola.
Agrigento: sequestrato un terreno
L’ordinanza è arrivata su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento dando ordine, così, agli uomini delle Fiamme Gialle di porre sotto sequestro una vasta area dell’isola di Lampedusa. Lì, su quasi 1500 metri quadri di territorio, sono stoccate le tantissime barche con le quali i migranti, nel corso di questi ultimi tempi, hanno raggiunto le coste dell’isola siciliana.
Il terreno sequestrato appartiene ad una società ed è risultato sprovvisto di qualunque autorizzazione ambientale. L’agenzia delle Dogane e dei monopoli aveva affidato a questa società, con un contratto di appalto, il servizio della messa a secco, del trasporto e del deposito, quanto anche della successiva distruzione, di tutte le barche con le quali in migranti sono arrivati a Lampedusa.
A questa società sono stati innalzati capi di accusa quali quella di raccolta e smaltimento di rifiuti in assenza delle prescritte autorizzazioni, insieme anche alla illecita miscelazione dei rifiuti. Insieme a queste accuse sono state anche indagate 4 persone: il legale rappresentante della società in questione, due cittadini risiedenti a Lampedusa (coinvolte nell’illecito smaltimento di questi rifiuti) e il responsabile del cantiere.
Il sopralluogo, portato avanti dalla Guardia di Finanza e dai tecnici dell’Arpa, ha portato alla lue il pessimo stato di mantenimento di questo terreno. Al suo interno sono state ritrovate quantità di rifiuti pericolosi, provenienti sì dallo smaltimento delle imbarcazioni stesse, ma che sono stati depositati su quel terreno senza alcuna manutenzione, e posti direttamente sul terreno, senza protezione.
Lì venivano stoccate le imbarcazioni dei migranti
Sono stati posti direttamente sul terreno batterie, fusti di carburante, insieme anche a materiale triturato, legno e altri tipi di residui, il tutto contaminato da liquidi oleosi e anche dal carburante stesso.
La Guardia di Finanza ha accertato anche che tutte le operazioni di gestione per la demolizione e lo smaltimento delle imbarcazioni avvenivano sempre su quel terreno, senza alcun tipo di separazione fra settori di smaltimento e, peggio ancora, di materiale stesso.
Il provvedimento emesso dalla Procura di Agrigento si è reso quanto più che necessario al fine di proteggere quel terreno e per garantire la sicurezza ambientale non solo del terreno stesso, quanto anche delle zone circostanti. Gli indagati sono stati anche accusati di voler ulteriormente sversati altri tipi di rifiuti illeciti su quel terreno e per questo, anche, sono stati indagati.
Le indagini sono ancora in corso e, in corso, sono anche le verifiche di accertamento circa la posizione dei tre indagati. Le barche stoccate su questo terreno sono in parte state sì demolite, ma i loro rifiuti sono sporchi di materiale oleoso e anche di carburante. Questo li ha trasformati in rifiuti pericolosi che non potevano, di certo, restare su quel terreno.