Argentina: un uomo ha puntato la pistola contro la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner. Arrestato dalla polizia.
Un uomo di 35 anni è stato arrestato dalla polizia, in Argentina, dopo aver tentato di sparare a bruciapelo con una pistola, la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner mentre la donna tornava nel suo appartamento a Recoleta, sito a Buenos Aires.
Arrestato, dalla polizia, un uomo di 35 anni che ha tentato di sparare a Cristina Fernández de Kirchner. La vicepresidente era di ritorno al suo appartamento, ubicato a Recoleta, Buenos Aires.
La Fernández de Kirchner non è stata ferita, in quello che è stato definito un caso di tentato omicidio, avuto luogo nella tarda notte di giovedì.
L’aggressore è stato subito arrestato dalla polizia federale e dalle guardie del corpo dell’ex presidente. Secondo quanto riferito, ha premuto il grilletto due volte ma la pistola non ha sparato.
Le immagini dell’uomo, in seguito identificato come il brasiliano Fernando Sabak Montiel, 35 anni, che puntava la pistola alla testa di Fernández de Kirchner mentre scendeva da un’auto che la stava guidando dal Congresso alla sua residenza, sono state registrate da diversi passanti e testate giornalistiche. Il filmato è stato presto riprodotto sui canali televisivi e sui social network in pochi minuti.
Il ministro della sicurezza – Anibal Fernandez – ha detto, in diretta televisiva poco dopo l’attacco, che l’autore era stato arrestato e che l’incidente era avvenuto mentre il capo del Senato stava tornando a casa sua nel ricco quartiere di Buenos Aires.
Pertanto, come sottolinea il ministro, la situazione sarà analizzata dalla polizia scientifica, al fine di rilevare le impronte digitali dell’aggressore.
Secondo quanto riferito, il sospetto aggressore si è avvicinato alla Fernández de Kirchner infilandosi nella folla di sostenitori che la stava aspettando fuori casa sua per chiederle un autografo sul libro da lei scritto, intitolato, Sinceramente.
Mentre il vicepresidente salutava i propri sostenitori, l’uomo ha estratto l’arma, anche se la pistola non ha sparato. Ne è seguita una mischia e la vicepresidente è stata portata via dal posto dall’area, anche se ha continuato a parlare con gli altri che erano presenti.
Tanti attivisti si sono radunati vicino all’edificio che ospita l’ufficio della vicepresidente, nelle strade Juncal e Uruguay, per più di una settimana.
Hanno protestato per respingere un processo per corruzione in corso contro l’ex presidente 69enne, accusata di essersi aggiudicata – in modo fraudolento – appalti di lavori pubblici nella sua roccaforte, nella provincia di Santa Cruz, in Patagonia.
I pubblici ministeri hanno chiesto per l’ex presidente, che ha governato dal 2007 al 2015, 12 anni di reclusione e un esclusione a vita dalla politica.
In qualità di capo del Senato, la Fernández de Kirchner gode dell’immunità parlamentare. Anche se condannata – il verdetto è atteso per fine anno – non andrebbe in carcere se la sua condanna non fosse ratificata dalla Corte suprema del Paese: altrimenti, perderebbe il seggio al Senato alle prossime elezioni di fine 2023.
La tensione è aumentata notevolmente in Argentina nelle ultime settimane con l’avanzare del processo contro la vicepresidente. Fernández de Kirchner, che nega le accuse, si è scagliata contro l’opposizione, dicendo che quest’ultima ha organizzato un complotto che orchestrava contro di lei “persecuzioni giudiziarie e politiche“.
È stata assolta in diversi casi per presunti crimini avvenuti mentre era presidente, ma deve ancora affrontare cinque processi.
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