L’aria condizionata in ufficio è uno dei più frequenti motivi di discussione fra colleghi. L’aria condizionata in ufficio è una materia regolata dalla legge, nonché dalle norme non scritte della civile convivenza. Ebbene, sappiate che sbalzi termici eccessivi fra ambiente esterno e interno possono comportare malanni fuori stagione e gravi danni per l’ambiente, dal momento che mantenere temperature troppo basse va contro ogni tendenza all’efficienza e al risparmio energetico. Non vi si chiede di fare a meno dell’aria condizionata, soprattutto in ufficio, ma è possibile stabilire delle regole di buona convivenza oltre che di buon senso: è il galateo dell’aria condizionata, che vi illustriamo qui di seguito anche ricordando la legge che regola la materia.
Riguardo all’utilizzo dell’aria condizionata in ufficio i problemi maggiori si riscontrano nei luoghi nei quali si richiede un abbigliamento formale, come banche o studi di consulenza, luoghi cioè in cui gli uomini sono costretti ad indossare giacca e cravatta mentre le colleghe se la cavano con magliette di seta e gonne al ginocchio. Altri motivi di attrito si riscontrano negli open space, dove chi è vicino allo split dell’aria condizionata rabbrividisce e chi è lontano non riceve neppure un alito di venticello. Poi si aggiungano anche inevitabili differenze individuali nella percezione della temperatura: alcuni sentono perennemente caldo perché abituati a colazioni ipercaloriche, perché in sovrappeso o perché raggiungono il luogo di lavoro a piedi o in bicicletta; altri sentono perennemente freddo perché di corporatura gracile, perché saltano abitualmente la colazione o perché assumono farmaci particolari.
Insomma, ce n’è abbastanza per scatenare una guerra quotidiana!
Le regole del galateo
La questione di un galateo dell’aria condizionata nasce in anni recenti, dove persino studi accademici si sono confrontati sulla diversa percezione del caldo da parte di uomini e donne: c’è chi ritiene vi sia alla base una differente regolazione corporea della temperatura interna, chi invece attribuisce alle percezioni alterate il fatto che tra i lavoratori di sesso maschile vige spesso l’obbligo di indossare il completo con la giacca. In ogni caso un decalogo di buona convivenza fra i due sessi in ufficio prevede di base una temperatura impostata sul condizionatore che non deve essere troppo bassa, tra i 24 e i 26 gradi, in modo che non risulti troppo elevato lo sbalzo termico fra l’ambiente esterno e l’ufficio: una regola tra l’altro valida anche per casa. Un altro punto chiave consiste nel posizionare il condizionatore nel posto giusto, in modo che il flusso d’aria risulti omogeneo, ben diffuso nella stanza e non diretto. Il galateo dell’aria condizionata si arricchisce poi di ulteriori regole circa una buona de-umidificazione, che consente di abbassare la sensazione di calore senza ricorrere al freddo eccessivo, regolando il livello di umidità relativa fra il 40 e il 60 per cento, e la percentuale non deve scendere al di sotto del 35.
Aria condizionata: legge e regole per i luoghi di lavoro
La normativa di riferimento sull’aria condizionata è il d.lgs 81/2008 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) che fra le altre cose regola temperatura e microclima nei luoghi di lavoro. Ecco quanto prescrive la legge sull’aria condizionata nei luoghi di lavoro:
1.9.1. Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi
1.9.1.1. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione.
1.9.1.2. Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.
1.9.1.3. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa.
1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.
1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente.
1.9.2. Temperatura dei locali
1.9.2.1. La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
1.9.2.2. Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti.
1.9.2.3. La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali.
1.9.2.4. Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro.
1.9.2.5. Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l’ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.
1.9.2.6. Gli apparecchi a fuoco diretto destinati al riscaldamento dell’ambiente nei locali chiusi di lavoro di cui al precedente articolo, devono essere muniti di condotti del fumo privi di valvole regolatrici ed avere tiraggio sufficiente per evitare la corruzione dell’aria con i prodotti della combustione, ad eccezione dei casi in cui, per l’ampiezza del locale, tale impianto non sia necessario.
1.9.3 Umidità
1.9.3.1 Nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l’aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l’umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche.
2. Aerazione e temperatura
2.1. Ai lavoratori deve essere garantita una sufficiente e salubre quantità di aria. Qualora vengano impiegati impianti di condizionamento d’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo tale che i lavoratori non vengano esposti a correnti d’aria moleste.
2.2. Ogni deposito e accumulo di sporcizia che possono comportare immediatamente un rischio per la salute dei lavoratori a causa dell’inquinamento dell’aria respirata devono essere eliminati rapidamente.
2.3. Durante il lavoro, la temperatura per l’organismo umano deve essere adeguata, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e delle sollecitazioni fisiche imposte ai lavoratori.
3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
Le caratteristiche dell’ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi:
[…]
– la temperatura, l’umidità o la ventilazione sono inadeguate.
I rischi del freddo eccessivo per salute e ambiente
I rischi del freddo eccessivo hanno a che fare innanzitutto con la nostra salute, visto che risultiamo maggiormente esposti ai virus e ai dolori cervicali, fino ad arrivare a conseguenze anche più gravi e fastidiose. E non bisogna dimenticare che il condizionatore d’aria rappresenta la soluzione più inquinante per combattere il caldo, poiché l’apparecchio consuma molta energia elettrica, che si traduce in un maggior numero di emissioni nell’atmosfera. Ecco perché un galateo dell’aria condizionata permette di convivere civilmente, allontana rischi per la salute e diminuisce l’impatto ambientale, specialmente se utilizzato con parsimonia evitando sprechi inutili e indifferenza ai consumi.
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