Salito alla ribalta dopo Euro 2016 per le buone prestazioni, Arkadiusz Milik, in realtà, ha già un curriculum da centravanti di razza: forza, tecnica e senso del gol sono le sue peculiarità. Classe 1994, il giocatore ex Ajax ha segnato, vestendo la maglia della squadra più rappresentativa d’Olanda, 32 gol in 52 presenze dal 2014. Il trasferimento del polacco al Napoli è costato ben 30 milioni di euro, bonus compresi.
Milik, nonostante i 21 gol della passata stagione con l’Ajax, non è una vera e propria prima punta, sebbene i suoi 186 centimetri dicono il contrario, ma è più una seconda punta oppure definiamola una prima punta moderna: capace di coprire il pallone, scaricare sui compagni ma anche allargarsi sulle fasce servire l’assist decisivo oppure si allontana dalla porta per prendere il pallone tra le linee, quasi sulla trequarti campo. Nonostante questo Milik è un giocatore che segna e, se servito bene, può segnare tanto.
Nel match d’esordio da titolare contro il Milan lo ha dimostrato: due palloni buoni due gol, il primo un po’ di fortuna ma ottimo senso della posizione mentre il secondo lo ha realizzato con un grande stacco aereo. E’ un attaccante generoso capace di fare anche tanti assist oltre che gol e la sua giovane età gli permette di essere spremuto come una spugna da Sarri che cercherà di migliorarlo come ha fatto, sfida assai più complessa, con il Pipita.
La storia di Milik
Ma partiamo dall’inizio: Arkadiusz Milik nasce a Tychy, il 28 febbraio 1994. Inizia presto a giocare a pallone ma è all’età di 16 anni che arrivano i primi contatti con delle realtà internazionali. Infatti, il Tottenham si fa avanti per il polacco e poco dopo anche il Reading, entrambe le società inglesi volevano provare Milik con un provino ma alla fine il polacco decise di rimanere in patria.
Il Górnik Zabrze lo prende nella sua rosa, dopo anni passati nel Rozwój Katowice con all’attivo 4 gol in 10 presenze, non tutte da titolare. A 17 anni esordisce con la sua nuova squadra dove rimarrà tutta la stagione collezionando 38 presenza e 11 gol, un bottino molto buono per un giovane 17enne. Ultimamente in Germania hanno le orecchie molto tese, ogni nome che si fa nell’ambiente giovanile prima o poi arriva in Bundesliga ed infatti di Milik si accorge il Bayer Leverkusen che lo porta in Renania nel 2013.
Milik colleziona sei presenze con il Leverkusen che ad agosto dello stesso anno lo cede in prestito all’Augusta dove in tutta la stagione realizza solo 2 reti in 18 presenze. A questo punto torna al Bayer Leverkusen che accetta l’offerta dell’Ajax per 2.8 milioni di euro (il Bayern lo pagò 2.6 milioni). Con i lancieri Milik, nella stagione 2014, tra campionato e coppa d’Olanda realizza 23 gol in 35 partite e poi è storia attuale: buone prestazioni ad Euro 2016 e il Napoli lo acquista per “sostituire” Gonzalo Higuain.
Milik in patria è considerato un fuoriclasse come Robert Lewandoski e potenzialmente un futuro Ibrahimovic, entrambi ( Ark e Zlatan, nda) passati dall’Ajax per poi diventare grandi, Ibra lo è diventato, come molti altri, Milik lo dovrà dimostrare. Non basta una sola stagione per consacrare un giocatore di appena 22 anni. Con la nazionale maggiore Milik ha segnato 11 gol in 32 partite.
Tornando alle sue doti di centravanti: è alto ma è veloce, nel complesso anche agile, bravo con la palla tra i piedi e anche un buon colpitore di testa. Forse sarebbe stato il sostituto ideale di Manolo Gabbiadini ed invece è con lui che dovrà dividersi il posto di “post-Higuain”. Sarri non ha voluto Bacca e ha preferito Milik proprio perché non vuole un attaccante solo capace di realizzare ma senza un collegamento con il resto dei compagni. Sarri vuole un giocatore che faccia gol, assist, aiuti il centrocampo e se necessario anche la difesa, un uomo squadra completo e Sarri ha scelto Milik. Il polacco ha tante doti, in nessuna spicca come migliore o come la sua vera arma letale ma è bravo in tutto ed è questo quello che conta nel calcio moderno, saper fare tutto.