Nazia Shaheen, 51 anni, lo scorso dicembre è stata condannata all’ergastolo, dalla Corte di assise di Reggio Emilia, per l’omicidio della figlia.
La donna, latitante da oltre tre anni, è stata rintracciata in un villaggio ai confini con il Kashmir.
Arrestata la madre di Saman Abbas
La madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, 51 anni, è stata arrestata in Pakistan. Lo scorso dicembre, la Corte di assise di Reggio Emilia aveva condannato i genitori di Saman alla pena dell’ergastolo per l’omicidio della figlia, uccisa la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio del 2021.
Nazia Shaheen era latitante dal giorno del delitto, quando aveva fatto rientro in Pakistan insieme al marito. Su di lei pendeva un mandato di cattura internazionale. La donna è stata rintracciata in un villaggio ai confini con il Kashmir, nell’ambito delle attività d’indagine poste in essere in collaborazione con Interpol e la Polizia Federale pachistana, che non hanno mai smesso di collaborare per assicurare Shaheen alla giustizia. Nei prossimi giorni sarà avviato l’iter per l’estradizione in Italia.
Saman Abbas viveva con i genitori e il fratello a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Quando era ancora minorenne, aveva detto no a un matrimonio combinato con un cugino residente in Pakistan e aveva denunciato i genitori. Ospite di una struttura protetta, al compimento della maggiore età, aveva fatto ritorno a casa. La sera del 30 aprile 2021, Saman fu attirata in una trappola dai genitori, che decisero di ucciderla per il perdurare della sua relazione con Saqib e perché più volte la ragazza aveva ribadito di voler andare via di casa per sposare il ragazzo di cui era innamorata.
Abbas Shabbar e Shaheen Nazia, genitori di Saman, sono stati condannati all’ergastolo, mentre lo zio è stato condannato a 16 anni di reclusione. Assolti gli altri due cugini finiti a processo.
La madre ritenuta l’esecutrice materiale del delitto
Secondo i giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia, l’esecutrice materiale del delitto potrebbe essere stata proprio la madre di Saman. La sera dell’omicidio, come testimoniano le telecamere di videosorveglianza presenti nei pressi dell’abitazione in cui la vittima viveva insieme alla famiglia, Nazia ha accompagnato Saman sulla carraia, mentre il marito ha osservato, senza intervenire, rendendosi complice del delitto.
Secondo i giudici, la decisione di uccidere la figlia sarebbe maturata proprio quella sera, quando fu chiaro che Saman non avrebbe mai lasciato il suo fidanzato e quando la ragazza ribadì a sua volontà di andare via di casa.