Ieri una bomba è esplosa a San Pietroburgo, uccidendo un famoso blogger nazionalista pro Wagner. Poco fa è stata arrestata la colpevole.
Si tratta di una donna, accusata di aver piazzato l’esplosivo nella statuetta che si trovava nei pressi di un caffè nella città russa. La vittima si chiamava Vladlen Tatarsky ed era un giornalista e blogger molto seguito in Russia, in particolare negli ultimi tempi si era fatto portavoce di una linea politica molto chiara, che elogiava l’operato delle truppe russe, in particolare il battaglione Wagner. Era considerato vicino al capo dello squadrone e per questo era un personaggio scomodo a molti, che in breve tempo hanno covato un odio verso di lui e verso chi come lui incoraggia le azioni violente legate a questa guerra.
L’arresto della responsabile dell’attentato a San Pietroburgo
Sebbene la guerra sia partita dall’invasione russa, non è detto che tutti i cittadini appoggino le scelte politiche di Putin, probabilmente perché non vengono nemmeno comprese a pieno. Che i propri pensieri vengono attentamente soppesati e possono portare a brutte conseguenze lo abbiamo visto pochi giorni fa, quando una bambina è stata allontanata dal padre per aver disegnato, forse prendendo spunto dalle cose impartitele dal genitore, una famiglia ucraina accompagnata dalla scritta “Gloria all’Ucraina”.
L’uomo in questione è stato posto ai domiciliari ma di gran lunga peggiore è andata al blogger Vladlen Tatarsky, il protagonista dell’attentato di ieri avvenuto in un bar a San Pietroburgo.
Il ragazzo è stato ucciso da un ordigno esplosivo piazzato da una donna che oggi è stata identificata e arrestata. Si chiama Darya Trepova e sarebbe stata proprio lei a piazzare i 200 grammi di Tnt che hanno ucciso il blogger e ferito altre 32 persone.
L’attentatrice avrebbe consegnato al ragazzo una scatola che conteneva il suo busto, il quale poi è esploso. Terribili le immagini che provengono dagli impianti di videosorveglianza della zona, le quali mostrano la violenta esplosione, tale da rompere le vetrine e far muovere le tende all’esterno del locale. Anche le macchine si fermano per vedere cosa sia accaduto e in poco tempo la verità viene fuori.
Sebbene non ci siano state rivendicazioni ufficiali, la 26enne Darya è stata fermata dai servizi di sicurezza russi, anche perché era già inserita nella lista dei ricercati dal ministero degli interni del Paese. Il suo appartamento è stato perquisito e i familiari sono sotto interrogatorio.
Secondo le ipotesi formulate dalle forze dell’ordine, la giovane sarebbe stata utilizzata per commettere l’attentato e probabilmente nemmeno sapeva che c’era l’esplosivo nella statua. Indagando sul passato della donna infatti è emerso che era una fan del blogger e aveva partecipato a molti suoi convegni.
La polizia sta ricostruendo attentamente l’accaduto sulla base di diversi elementi, sebbene infatti Darya seguisse Tatarsky, più volte era stata arrestata per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra. Tanti i dettagli quindi da chiarire, quel che è certo è che l’atto terroristico deve essere processato perché le conseguenze sono state gravissime e tanti civili sono rimasti coinvolti.
Il numero deli feriti è di 32 accertati e tanti testimoni hanno fornito informazioni alle forze dell’ordine per aiutarle a fare chiarezza. Fra questi c’è Alisa Smotrova, che ha raccontato che la 26enne con un nome fittizio si era presentata per consegnare la statuetta da lei realizzata ma la sicurezza gli ha impedito di entrare, così la stessa Alisa, che in quel momento stava scambiando alcune parole proprio con il blogger, si è recata alla porta per prendere la statua e l’ha appoggiata su un tavolo.
Poco dopo c’è stata l’esplosione violentissima che ha causato panico e distruzione.
L’attentato a San Pietroburgo
Teatro dell’esplosione è stato lo Street Bar di San Pietroburgo, dove Tatarsky si trovava per uno dei suoi eventi che raccoglievano sempre tante persone, in effetti aveva 560mila followers su Telegram.
Il ragazzo si occupava di temi politici e di attualità, in particolare negli ultimi tempo seguiva e analizzava l’invasione delle truppe russe in Ucraina, con particolare focus sui mercenari Wagner.
A comunicare la notizia dell’esplosione sono stati i media russi e l’agenzia Tass ha precisato i diversi dettagli, evidenziando che il lavoro del blogger non si fermava solo ad analizzare la situazione a anche a dare pesanti critiche alle decisioni tattiche e strategiche dell’esercito.
Il gruppo di informazione russa, Cyber Front Z, ha dichiarato di aver prenotato in quel caffè per la serata quindi l’attacco in questione è stato un vero e proprio atto terroristico che le misure di sicurezza non sono riuscite a bloccare. Non doveva entrare nulla invece è stata portata all’interno una bomba, una cosa inaccettabile.
Il bilancio dei feriti è peggiorato molto nelle ultime ore, infatti da 25 sono passate presto a 32, molti in gravi condizioni. Fra queste persone ci sono anche dei minorenni, tutti sono sotto controllo medico negli ospedali di zona.
La vittima era stata presa di mira perché simpatizzante del gruppo Wagner, oggi il leader del gruppo gli ha dedicato la presa di Bakhmut, anche se Kiev smentisce la notizia.
Si attende ora il processo per capire se effettivamente il gesto sia stato premeditato o davvero la donna fosse all’oscuro e quindi solo una pedina.
In un clima come questo, atti del genere sono quasi all’ordine del giorno. Darya è stata ripresa più volte dalle telecamere fuori dal bar e dopo ore di ricerca è stata individuata nella casa poco distante dalla zona dell’attentato, che condivide con la madre e la sorella. L’ennesima prova che il popolo non è crudele come Putin e ha conservato ancora un lato umano che, anche se in modo sbagliato, si fa avanti ogni giorno.