È stato arrestato Alexei Moskalev, padre della ragazza russa no-war che ha fatto un disegno contro la guerra. Era fuggito dai domiciliari.
Il russo è stato condannato a due anni per aver screditato la Russia sui social pubblicando il disegno della figlia che aveva raffigurato dei missili colpire una famiglia ucraina. In sostanza un disegno sulla pace che però pesa come un macigno se a farlo è una cittadina russa e ancora di più se il padre lo pubblica sui social denunciando apertamente l’operato di Putin.
L’arresto di Alexei Moskalev
Alexei Moskalev è un cittadino russo che come tanti civili non appoggia la guerra ma a differenza degli altri ha deciso di farsi portavoce di questo approfittando di un disegno che la figlia di 13 anni ha fatto a scuola. Ribattezzata come la ragazza no-war, la sua storia ha fatto il giro del mondo alcuni giorni fa e in seguito a questo, padre e figlia erano stati separati perché lui è stato messo ai domiciliari per una condanna a 2 anni, mentre lei in un centro di accoglienza dello Stato.
Oggi il Guardian ha riferito che l’uomo, scappato dai domiciliari, è stato rintracciato a Minsk, in Bielorussia, dove le forze dell’ordine lo hanno arrestato.
Alexei Moskalev è colpevole di aver criticato le politiche del Cremlino più di una volta sui social, prendendo spunto proprio dal disegno della giovane senza tener contro che gli occhi dei bambini non possono comprendere le dinamiche dietro a un conflitto, vedono ovviamente solo il lato peggiore, ovvero le perdite umane.
È quello che poi facciamo tutti senza chiederci le reali motivazioni dell’invasione, tuttavia in un Paese libero come il nostro possiamo sentirci tranquilli anche di pubblicare vignette satiriche sul presidente russo, discorso diverso se ci riferiamo a cittadini russi.
Alexei ha appoggiato l’indole no-war della figlia Masha screditando più volte la politica di Putin sui social e la polizia ha iniziato a indagare su di lui in seguito al famoso disegno che ormai è noto a tutti, il quale ritrae una famiglia ucraina, lo si evince dalla bandiera blu e gialla, colpita da alcuni razzi.
Masha in un centro riabilitativo
Tutti potremmo pensare che non c’è nulla di male a fare un disegno di denuncia della guerra, tuttavia la giovane Masha ha provocato in questo modo l’arresto del padre, seppur inconsapevolmente.
Non solo, è stata anche sottoposta a fermo e spedita in un centro riabilitativo dal quale non si hanno notizie dal 1 marzo, e il padre rischia di perdere la patria potestà. Insomma un gesto gravissimo contro il Cremlino.
Tornando ai dettagli di questa vicenda, possiamo dire che nonostante il disegno in questione sia stato realizzato l’anno scorso, ancora la notizia ha una forte risonanza per l’eco che ha avuto a livello internazionale.
Era aprile del 2022 e la guerra era iniziata da pochissimo, tuttavia in poche settimane i cittadini russi sono stati bombardati da immagini che giungono da Kiev, che invece ha a che fare con attacchi veri e propri che uccidono milioni di civili.
Così una maestra chiede ai suoi alunni di disegnare qualcosa che in qualche modo elogi le truppe russe, invece Masha, che era in quella classe, decide di fare disegni diversi in base a come la sua mente aveva elaborato quelle poche settimane di conflitto. In un primo, disegna le due bandiere dei Paesi coinvolti accompagnate dalle scritte “No alla guerra” e nel secondo si legge “Gloria all’Ucraina” e al centro del foglio c’è una donna con un bambino che cercano di proteggersi dai missili che volano nella loro direzione.
Un disegno bello e di speranza potremmo dire, però non è passato inosservato all’insegnante che invece ha segnalato la cosa alla dirigente scolastica e da allora Masha e suo padre, che da solo si occupava della 13enne, sono stati interrogati più volte. Il padre è stato anche picchiato.
Analizzando più a fondo la questione, la polizia ha trovato contenuti contro la guerra postati sui social di Alexei, a quel punto i due hanno cambiato città ma nel 2023, precisamente l’11 marzo, sono stati individuati e arrestati.
L’uomo è stato posto ai domiciliari in attesa di processo, da cui appunto è fuggito ma poi è stato rintracciato. Su di lui pendono le accuse di aver screditato l’esercito a Yefremov, una cittadina nella regione di Tula.
Il Tribunale sta ora cercando di limitare i diritti genitoriali e addirittura la famiglia della 13enne è stata inserita in un registro di famiglie in situazioni socialmente pericolose. La protagonista di questa storia si trova in un centro di riabilitazione e nonostante molti attivisti si siano messi in moto per avere notizie su di lei, dalla struttura c’è assoluto silenzio e sono arrivate richieste di smettere di scrivere su questo caso.
Uno come tanti che Putin vuole mettere a tacere ma questo potrebbe essere da esempio per future rivolte perché la guerra non è voluta da nessuno, nemmeno dai cittadini russi. Genera indignazione questa notizia in tutti quelli che la apprendono e speriamo che davvero la piccola Masha, privata della sua libertà di ragazzina e dell’unico genitore che aveva, possa ritrovare la sua serenità.