La notizia che domina la cronaca in queste ore è indubbiamente l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, il ricercato numero 1 in Italia.
Fra i diversi dettagli in merito a questa vicenda che pian piano sta facendo emergere sempre meglio gli ultimi anni della latitanza, ora spunta la testimonianza del vicino di casa, che ha riferito di non sapere chi fosse.
Il boss numero 1 in Italia, dopo Totò Riina e Bernardo Provenzano è stato finalmente arrestato dopo 30 anni di latitanza in cui molte voci lo volevano nei più disparati luoghi, fra cui la stessa Sicilia.
Proprio a Palermo il super latitante è stato arrestato ieri nella clinica La Maddalena dove era in cura da circa un anno. Ciò che emerge forte in questa vicenda è l’incredulità delle persone vicine a lui.
Sono stati gli stessi pazienti della clinica a riferire di avere rapporti con lui senza però sapere chi fosse in realtà, anche perché non aveva fornito il suo vero nome per ovvi motivi. Non si sa se sia la verità oppure queste persone avessero paura di denunciare chi avevano davanti, tuttavia una versione simile è stata rilasciata agli inquirenti anche dal suo vicino di casa.
Questo ha dichiarato di incrociarlo spesso ma scambiava con lui solo i saluti di cortesia e null’altro, di certo non immaginava che fosse un criminale.
Nel covo a Campobello di Mazara sono stati trovati abiti griffati e profumi costosi, a confermare lo stile di vita lussuoso che sempre ha contraddistinto la sua vita, ben lontana da quella dei boss semi analfabeti che si rifugiavano in topaie mangiando cibo scadente pur di sfuggire alla giustizia.
I suoi vicini di casa lo hanno descritto come un uomo pacioso che non dava problemi, molto riservato. Forse proprio questo suo rendersi un basso profilo lo ha fatto passare inosservato per così tanto tempo.
Nella notte c’è stato il blitz dei Carabinieri del Ros, che hanno perquisito a fondo l’appartamento del latitante rinvenendo oggetti di lusso ma nessun’arma. Ora gli agenti stanno cercando il nascondiglio dell’archivio che , secondo coloro che si sono pentiti, contiene documenti che Messina Denaro ha ereditato da Riina, al quale era fedelissimo.
Intanto si cercano anche i fiancheggiatori, ovvero coloro che lo hanno coperto in questi anni favorendo la sua latitanza, durante la quale molte persone sono state arrestate per favoreggiamento.
La strategia investigativa portata avanti ha puntato a fare terra bruciata intorno all’uomo e ora le indagini si concentrano proprio sulla clinica dove era in cura ma al momento non sono emerse accuse verso il personale della struttura.
Al momento Messina Denaro si trova in regime di 41 bis, nel carcere a L’Aquila.
Era il 1993 quando Matteo Messina Denaro ha fatto perdere le tracce di sé, dopo l’ultimo messaggio inviato alla fidanzata di allora, in cui riferisce di doversi allontanare per motivi che non non può spiegarle.
Di certo la ragazza, una certa Sonia, non poteva sapere cosa si celava dietro a quel ragazzo con l’aspetto di una brava persona dietro ai suoi caratteristici occhiali che abbiamo ritrovato anche nel famoso identikit realizzato dalle forze dell’ordine.
Può sembrare un semplice impiegato agli occhi di chi guarda ma Matteo Messina Denaro è il discendente di una famiglia criminale di spicco nel Trapanese. Nato a Castelvetrano nel 1962, ha seguito le orme del padre Francesco, boss consolidato di Cosa Nostra a partire dagli anni Ottanta, latitante dal 1990 fino alla morte naturale 8 anni dopo.
Come lui, anche le sorelle, i nipoti, i cognati e i cugini erano collegati alla malavita di Castelvetrano, in una fitta rete dove il ruolo del latitante era di grande importanza nonostante la lontananza.
I legami di sangue sono sempre stati importanti nelle cosche mafiose ma nonostante la stirpe malavitosa, un cosa buona Matteo Messina Denaro l’ha fatta. Nel 1995 infatti ha avuto una figlia che non porta il suo cognome e che ha una vita ben diversa da quella del padre.
Accusato di aver partecipato a diverse stragi, fra tutte quelle che hanno ucciso Borsellino e Falcone, nonché dell’omicidio del figlio di un pentito, Matteo Messina Denaro ha superato di gran lunga il curriculum del padre.
Un importante capitolo si è chiuso fra l’incredulità di chi lo ha avuto a un palmo dal naso senza capire chi fosse e la soddisfazione delle forze dell’ordine che finalmente lo hanno arrestato dopo 30 anni di fuga in cui molto spesso sono stati quasi sul punto di catturarlo.
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