Come si ottiene il rimborso degli arretrati delle pensioni? Sappiamo che con la Legge Fornero c’era stato il blocco della perequazione delle pensioni per gli anni 2012/13, quindi l’adeguamento delle pensioni superiori al triplo del minimo Inps era stato fermato per tutti i lavoratori che sono andati in pensione prima della data del 31.12.2011 (2 scatti di perequazione automatica) e prima del 31.12.2012 (1 scatto). I pensionati, in questi anni, hanno quindi dovuto rinunciare a circa il 5-6% della pensione. Questa norma, però, è stata definita incostituzionale dalla Consulta con la sentenza n. 70 del 2015.
Nonostante la pronuncia di incostituzionalità, il Governo ha in seguito emesso il Decreto Legge n. 65 del 2015 per dare direttive precise all’INPS, aggirando la sentenza sulle pensioni, ma diversi giudici hanno continuato a mandare atti alla Corte Costituzionale in seguito alle tante cause messe in piedi dai cittadini. Pertanto il prossimo 26 ottobre 2017 la Consulta si riunirà per decidere definitivamente sui rimborsi da conferire ai pensionati, in caso di parere positivo.
ARRETRATI DELLE PENSIONI, COME OTTENERLI
Cosa fare, dunque, per ottenere il rimborso e incassare gli arretrati pensionistici non pagati a causa del blocco delle perequazioni delle pensioni?
Parla Celeste Collovati, legale di Aspes, associazione in prima linea per la difesa dei diritti dei pensionati: “La precedente pronuncia n. 70/2015 aveva già dichiarato incostituzionale il blocco reiterato di tale perequazione, affermando la violazione di alcuni importanti principi della nostra Costituzione. Si consiglia, dunque, a chiunque avesse i requisiti per attivare la procedura (importo minimo lordo pari o superiore ad Euro 1.405,00, ndr) di affrettarsi, prima di quella data, a dare avvio alla procedura volta al recupero degli arretrati di perequazione e al riadeguamento costante della stessa”.
In pratica la procedura per ottenere gli arretrati delle pensioni consiste: “nell’invio di una diffida che interrompe i termini della prescrizione e in una fase giudiziale presso il competente Tribunale che rimetterà la questione alla Corte stessa. E’ anche molto utile far elaborare dei conteggi per calcolare prima quanti arretrati di perequazione vi spettano dal 2011 ad oggi”. Questo perché l’ordinanza di rimessione del Tribunale di Milano considera ‘fondata’ la questione, anche per gli anni successivi dal 2013 al 2016.
“Si era detto che la ricostruzione pensionistica doveva essere fatta valere nel termine di 5 anni dalla data in cui era stato stabilito il blocco della perequazione, ma ad onor del vero, essa produce effetti in ragione di ogni singolo rateo pensionistico nei cui confronti si consuma il quinquennio previsto come termine di prescrizione di tale azione – prosegue Collovati. Pertanto la mancata interruzione della prescrizione con la Lettera di Diffida e Messa in Mora dell’INPS entro il 31.12.2016 fa prescrivere esclusivamente l’aggiornamento ed il rimborso per il rateo pensionistico di gennaio 2017, e così via per quelli successivi sino a quando non viene inviata la lettera interruttiva”. Cioè se si presenta diffida a luglio 2017, il pensionato avrà diritto alla perequazione con decorrenza dal agosto 2017 essendo i ratei dei mesi antecedenti prescritti perché sono passati 5 anni.
Ciò significa che oggi è ancora possibile inviare la diffida interruttiva della prescrizione e conseguentemente esercitare l’azione volta ad ottenere gli arretrati di perequazione bloccata attraverso un ricorso giudiziale il cui accoglimento sarà deciso dalla tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale che finora si è già espressa in senso favorevole nel 2015 con la sentenza n. 70″. Appuntamento, quindi, al 26 ottobre prossimo.
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