Arriva la Bici Tax, ma è solo una delle bizzarre tasse proposte dal Pd

Bici Tax

Mentre a Parigi prende il via la conferenza sul clima e in tutto il mondo si svolgono manifestazioni contro l’uso incondizionato di combustibili fossili, in Italia si parla di Bici Tax. L’idea è del senatore Marco Filippi, capogruppo Pd in commissione Lavori pubblici, a Palazzo Madama. La sua proposta prevede di inserire le biciclette nel sistema informativo del Dipartimento dei trasporti, a fronte del pagamento di un’idonea tariffa per i proprietari.

Il senatore Marco Filippi, ha così illustrato la sua proposta di riforma del codice della strada:

‘Individuare criteri e modalità d’identificazione delle biciclette nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, attraverso un’idonea tariffa per i proprietari’.

Affermazione che secondo le associazioni dei ciclisti, non significa altro che inserire bollo e targa anche per le biciclette.

Immediate sono state le proteste e gli attacchi al senatore, che si è così giustificato su Twitter:

‘Per favore leggere tutti, l’emendamento è riferito a cicli adibiti a trasporto di merci o persone per attività commerciali: la sicurezza è la priorità!’.

Tuttavia la sua risposta non sembra reggere molto, considerato che nell’emendamento in questione si legge quanto segue:

‘…biciclette e veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone’, quindi tutte le biciclette.

A replicare nuovamente, con l’obiettivo di ottenere qualche chiarimento, è il blog Salvaiciclisti:

‘Chiediamo, e non smetteremo di farlo, al senatore Marco Filippi di ritirare il suo emendamento. Se il senatore Pd intendeva altro rispetto a bollo e targa per le bici, forse gli conviene modificare il testo dell’emendamento, troppo ambiguo’.

Ma la Bici Tax è soltanto una delle innumerevoli tasse bizzarre che sono scaturite dalle menti creative del Pd.

La scorsa estate, ad esempio, al culmine della paura per il default della Grecia, il deputato del Pd Giampaolo Galli aveva pensato a una Grextax, ovvero un’imposta per finanziare i debiti di Atene, per evitare la Grexit. E anche lui fu mediaticamente ucciso dalle critiche.

Gli esponenti del Pd hanno anche pensato a una tassa sui morti (visto che i vivi erano già evidentemente troppo tassati), anzi un vero e proprio disegno di legge che disciplinasse le attività funerarie. Prevedeva di introdurre l’Iva al 10% sui servizi funebri e di inserire una tassa simbolica di 30 euro per ogni operazione funeraria.

Ma l’invasione nell’altro mondo non si è fermata qui: in un comune dell’Emilia Romagna, precisamente a Castelvetro Piacentino, il Pd ha pensato bene di mettere l’Imu direttamente sulle tombe.

Infine per i figli di italiani residenti all’estero, sempre il Pd ha previsto una tassa di 300 euro (emendamento firmato da Giorgio Tonini), al fine di ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana.

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