Speranze per la medicina dopo la notizia di oggi in merito a un pillola anti cancro testata nei laboratori di alcuni ricercatori americani.
Finalmente ci sarebbero speranze per una una cura contro i tumori ma ancora si tratta di un farmaco che deve essere sottoposto ad ulteriori test prima di essere commercializzato in primis nel luogo di produzione, quindi in America e successivamente nel resto del mondo. Se fosse un medicinale funzionante sarebbe una scoperta rivoluzionaria che tutti aspettavamo da tempo. Il tumore, in tutte le sue forme, rimane ad oggi il male peggiore, quello che tanti hanno paura anche solo a nominare e una pillola in grado di contrastarne gli effetti segnerebbe davvero l’inizio di una nuova era.
Sono iniziati i primi test della pillola anti cancro sugli uomini, dopo che è stata ampiamente testata in laboratorio da alcuni scienziati americani. Sembra quasi una cosa incredibile da leggere, per anni la cura contro il cancro è stata un’utopia, un qualcosa quasi impossibile da realizzare se non nei propri sogni, specialmente per chi ha avuto a che fare con un tumore oppure ha dei familiari malati.
Quello di cui stiamo parlando è un progresso scientifico importantissimo e il medicinale in questione salverà la vita di milioni di persone nel mondo perché sembra agire efficacemente contro tutti i sintomi degli stati tumorali, male che come sappiamo si presenta in molte forme diverse.
I ricercatori americani hanno sviluppato questa pillola con la speranza di elaborare il prima possibile una cura accessibile a tutti. Il farmaco potenzialmente rivoluzionario è stato chiamato AOH1996, in onore di una bambina morta a soli 9 anni nel 2005 per tumore infantile, di nome Anna. Ma tante sono le storie di chi non ce l’ha fatta e sappiamo che in questi casi la percentuale di morte è altissima, nonostante il progresso della medicina, comprese chemioterapia e radioterapia sempre più avanzate.
I risultati sono buoni e dopo i primi test si è passati alla sperimentazione clinica di Fase 1, ovvero, i ricercatori vogliono vedere gli effetti sull’uomo. Se l’efficacia venisse dimostrata sulle cellule malate così come lo è stata su quelle animali, potremmo trovarci davanti a una terapia oncologica rivoluzionaria e diversa da tutte quelle aggressive a cui siamo abituati.
Il farmaco consiste infatti in una semplice pillola da ingerire con acqua, dobbiamo però specificare che non è detto che i buoni risultati sugli animali e in provetta siano i medesimi sull’uomo. Inoltre, anche se i suoi effetti venissero confermati, ci vorrebbero almeno dieci anni per l’approvazione e la disponibilità di questa nuova terapia. Non si tratta insomma di una cosa veloce ma questo può riaccendere le speranze di tante persone che stanno combattendo contro il male, un male che sappiamo essere molto veloce e devastante ma è importante testare bene questo farmaco per essere sicuri che non agisca negativamente su un sistema immunitario già molto provato.
Tanti medici hanno commentato subito la notizia proprio per non illudere coloro che invece avrebbero bisogno ora di questa cura. I risultati pre-clinici della pillola sono davvero straordinari perché il meccanismo di azione è molto preciso e colpisce le cellule tumorali, almeno questo è emerso dai test condotti finora.
Che sia davvero una svolta della medicina? In tanti aspettano ansiosi i risultati di tutte le fasi dei trial clinici previsti.
La sensazionale pillola è stata efficace nel bloccare la crescita dei tumori, selezionando in modo sorprendente le cellule malate da quelle sane. Si è rivelata un buon rimedio per le forme di cancro più comuni (utero, cervello, pelle, polmoni, prostata, seno) e significativi sono stati anche i risultati sui modelli animali.
Al momento non abbiamo ulteriori informazioni, anche perché la Fase 1 è dedicata a scoprire alcuni dettagli, come la comprensione del dosaggio giusto in base allo stadio del cancro e il grado di tossicità. Queste analisi dureranno alcuni anni e poi si passerà alle fasi in cui dovrà essere dimostrata la sua effettiva efficacia.
Tecnicamente il farmaco prende di mira una specifica variante cancerosa di una proteina che si chiama PCNA. In un comunicato stampa gli autori della ricerca hanno spiegato che AOH1996 replica il DNA e ripara le cellule malate, interrompendo il loro ciclo riproduttivo senza toccare quelle sane.
In pratica, nei test di laboratorio la pillola ha impedito a queste cellule di copiare il DNA difettoso, quindi sono morte per apoptosi (suicidio cellulare). La PCNA è fondamentale per replicare il DNA ma una cura su questa base non era mai stata sperimentata perché era considerata un elemento non controllabile, tuttavia i risultati del team americano sono promettenti.
La pillola è somministrabile per via orale, metabolicamente stabile, veloce nell’azione e lavora come un booster di altre terapie, potenziando ad esempio la chemioterapia. Non ci sono effetti collaterali né reazioni avverse alle terapie tradizionali che però sono debilitanti mentre questa soluzione è più delicata ma molto potente.
I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche e speriamo che presto diventi realtà.
Si chiama AOH1996 la pillola testata dai ricercatori del team del Beckman Research Institute di City of Hope di Duarte, un istituto californiano fra i più prestigiosi in America per la ricerca sul cancro e relative cure.
In collaborazione con il Dipartimento di Biochimica dell’Università della California Riverside e con altri istituti sempre della California e di Phoenix, gli scienziati lavorano a questo farmaco da circa 20 anni e il fatto che anche in caso di test positivi sull’uomo ce ne vogliano almeno un’altra decina, ci da un’idea di come lo studio di questa pillola avvenga in diverse fasi lente ma accurate da ogni punto di vista per fornire al mercato una soluzione che potremmo definire definitiva contro i tumori.
Come già detto la pillola si chiama AOH1996 e a darle il nome è stata la docente Linda Malkas che coordina le ricerche. Fu proprio lei nel 2005 a seguire il caso di una bambina malata di tumore, si chiamava Anna Olivia Healy e aveva solo 9 anni (era quindi nata nel 1996). Non riuscì a salvarla dall’aggressività della malattia e il caso colpì profondamente la professoressa spronandola a proseguire la ricerca per la cura sul cancro.
Spesso si ironizza sul fatto che chi firmerà questa incredibile scoperta vincerà il premio Nobel, quasi come a dire che si tratta di un’impresa così ardua e impossibile che è difficilissimo trovare non una semplice cura ma quella verso il peggiore dei mali.
Sicuramente leggendo queste righe molti si saranno persi nei ricordi di alcuni cari che non ce l’hanno fatta, o peggio ancora sono proprio adesso alle prese con una forma tumorale. Il cancro ha sempre rappresentato un argomento delicatissimo, una cosa da non augurare a nessuno, una cosa per cui si viaggia e si va lontano pur di tentare le cose più strane e le cure più strampalate.
Spesso si torna a casa con un pugno di mosche o comunque con rimedi che non mantengono i miracoli che promettono. Questa pillola è dedicata davvero a tutte quelle persone che non ce l’hanno fatta e come Anna ce ne sono davvero tante nel mondo. C’è chi perde un figlio che da un momento all’altro non riesce più a giocare sotto casa fin quando la malattia lo porta via, c’è chi vede soffrire un genitore e si sente incapace di fronte a un dolore di cui non è la causa ma di cui non riesce a essere nemmeno la cura, nonostante gli sforzi.
Dietro alle persone malate c’è una storia atroce fatta di sacrifici, sofferenze e dolore, non solo dei diretti interessati ma anche di coloro che amorevolmente gli stanno accanto con piccoli gesti memorizzando tutte le impercettibili risposte in positivo. La storia di Anna, di cui non conosciamo i dettagli, è solo una goccia nell’oceano e sebbene bisognerà aspettare ancora un po’ per avere una cura, forse potremmo dire di aver sconfitto il cancro e in qualche modo dedicare quel giorno importante a coloro che oggi riposano, a quei figli che non sono potuti crescere e a quelle mamme che hanno lasciato una casa in cui però tutto è rimasto come prima, forse in attesa di una nuova prelibatezza sul fuoco o di una ciabatta lanciata a un figlio che fa i capricci.
Ci vorrebbero troppe lettere per contenere un nome adatto a questo farmaco, ma crediamo che ognuno di noi apprendendo questa notizia, possa chiamarlo nella propria mente con quello di chi non c’è più. Anche per loro, la ricerca va avanti, perché si guardi al futuro ma non si dimentichi chi ci ha lasciato troppo presto.
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