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Arriva la risposta da Kiev dopo le affermazioni di Berlusconi contro Zelensky

Dopo le (durissime) parole che Silvio Berlusconi ha riservato a Zelensky, è arrivata prontamente la risposta di Kiev. Spoiler: il grado di “dolcezza” delle dichiarazioni di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, è più o meno lo stesso di quello insito nelle affermazioni dell’ex premier italiano.

Silvio Berlusconi – Nanopress.it

Da tempo ormai Berlusconi continua sempre a rimarcare – direttamente e indirettamente – la sua lontananza da Zelensky e a criticare le sue scelte. Del resto, solo qualche mese fa ha ammesso di essere in cima alla top five degli amici del cuore di Putin, tanto da meritare 20 bottiglie di vodka per il suo compleanno. Adesso, dopo mesi di critiche, polemiche e illazioni, è arrivata la risposta da Kiev, che è stata altrettanto dura (com’era prevedibile, del resto).

Silvio Berlusconi contro Zelensky

“Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”: queste parole, pronunciate da Silvio Berlusconi, hanno fatto in pochissimo tempo il giro del mondo. E sono arrivate, com’era ovvio e prevedibile, anche a Kiev.

“Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”: non sono di certo parole al miele quelle che ha riservato l’ex presidente del consiglio italiano all’attuale presidente ucraino. Proprio adesso, a (quasi) un anno esatto dallo scoppio della guerra.

Berlusconi, in sostanza, ha proposto a Biden di proporre a Zelensky uno scambio (scusate il gioco di parola): sì agli aiuti in cambio del cessate il fuoco. Secondo lui, in sostanza, il presidente americano dovrebbe andare dal primo ministro dell’Ucraina e dirgli: “È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire” il Paese, “anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi”. C’è da dire però che questo discorso – immaginario ovviamente – non trova riscontro positivo nell’attuale governo, tanto che il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha tentato di “mettere una pezza” sostenendo che “Forza Italia è da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina”, ma ormai poco importa, perché ormai il danno è fatto e le parole di Silvio si sono sommate a quelle pronunciate in precedenza.

Se volessimo fare un breve excursus di tutto quello che Berlusconi ha detto contro l’Ucraina dovremmo tornare precisamente a maggio del 2022 (quindi a quasi un anno fa). L’ex premier era esattamente a Posillipo, era appena terminata una convention di Forza Italia, era ancora in piedi il governo Draghi e, mentre era a tavola, disse: “Io credo che l’Europa unita debba fare una proposta di pace, cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin”. Salvo poi fare una sorta di passo indietro e rimarcare la sua fedeltà all’Europa, alla Nato, all’Occidente.

Passano circa quattro mesi, arriviamo al 22 settembre. Era in pratica la vigilia delle elezioni e il leader di Forza Italia, ospite a Porta a porta, disse esplicitamente: “Putin è caduto in una situazione drammatica perché le due repubbliche filorusse del Donbass sono andate da lui dicendo: Zelensky ha aumentato gli attacchi contro di noi, siamo arrivati a 16 mila morti, difendici. Putin è stato spinto a inventarsi questa operazione speciale. Ma le truppe dovevano entrare, in una settimana raggiungere Kiev, sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky e poi tornare indietro. Invece hanno trovato una resistenza imprevista poi foraggiata con armi di tutti i tipi dall’Occidente”. 

Passa meno di un mese e, precisamente il 18 ottobre, inizia a girare un audio in cui Berlusconi parla con i deputati del suo partito. Sia chiaro: quelle parole sarebbero dovute restare un “segreto” e non sarebbero mai e poi mai dovute girare e invece successe ed emerse anche che Putin, considerandolo “il primo tra i suoi cinque veri amici” per il suo compleanno gli aveva mandato 20 bottiglie di Vodka, a cui aveva risposto con del Lambrusco.

Volodymyr Zelensky – Nanopress.it

Arriviamo a oggi. Dopo tutte le parole – non belle – pronunciate da Berlusconi riservate a Zelensky, è arrivata la risposta da Kiev, che tutti stavano aspettando.

La riposta di Kiev

Già Paolo Gentiloni, commissario europeo, parlando delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Zelensky aveva affermato: Penso che dobbiamo guardare agli atti, alle decisioni del governo italiano che fin qui sono state credo molto coerenti e positive a sostegno della posizione comune europea sull’Ucraina. Le dinamiche politiche interne io non le commento e non le posso commentare”.

Adesso è arrivata la (tanto attesa) risposta anche da Kiev. A parlare è stato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, che ha rilasciato una dichiarazione a Repubblica in cui ha ammesso senza mezzi termini: “Berlusconi è un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa, baratta la reputazione dell’Italia con la sua amicizia con Putin. Le sue parole sono un danno per l’Italia. (…) Getti la maschera e dica pubblicamente di essere a favore del genocidio del popolo ucraino”.

A queste dichiarazioni si aggiungo poi quelle del portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, che ha scritto su Facebook: “Le accuse insensate di Berlusconi contro Zelensky sono un tentativo di baciare le mani di Putin, insanguinate fino ai gomiti. Un tentativo di dimostrare la sua lealtà al dittatore russo”.

Nikolenko ha infatti ricordato di aver lavorato nel 2010 – quindi circa 13 anni fa – in Libia. All’epoca Berlusconi era premier, incontrò Gheddafi e gli baciò letteralmente le mani per dimostrare la sua lealtà. A proposito della Russia, il portavoce ha poi affermato che il suo comportamento equivale a incoraggiare Mosca “a continuare i suoi crimini” e che quindi l’ex Presidente del consiglio italiani “ha responsabilità politica e morale”.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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