Niente riforma sulle pensioni, la circolare INPS spaventa tutti questi contribuenti italiani. È in arrivo lo stop definitivo: ecco chi sono gli sfortunati.
Brutte notizie in arrivo per questi italiani che dovranno dire addio ai soldi. È il Fondo Monetario Internazionale a dire stop alla riforma previdenziale. L’Italia cresce, ma certe decisioni assunte e proposte dal governo sono oggetto di bocciatura. Si tratta di decisioni strategiche che possono avere un peso determinante sul futuro dell’economia tricolore. Fisco, lavoro e pensioni sono al centro dell’attenzione e del dibattito da parte del governo Meloni.
Il Fondo Monetario Internazionale critica non solo i ritardi dell’Italia in merito all’utilizzo delle risorse stanziate con il Pnrr, ma guarda anche all’invecchiamento della popolazione, fornendo qualche utile indicazione sulle scelte che devono essere assunte sui trattamenti pensionistici. Per il Fmi non devono esserci altri pensionamenti anticipati.
Tenendo conto della crisi demografica e dell’invecchiamento della popolazione italiana, il Fondo Monetario Internazionale critica l’Italia. il nostro paese spende molto di più rispetto alla media degli altri paesi dell’Ue. L’età di uscita dal mercato occupazionale è inferiore rispetto a quella stabilita dalla normativa vigente. Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 67 anni d’età, ma la normativa vigente prevede diverse misure che consentono l’uscita anticipata dal mercato del lavoro. In effetti, l’età è molto più bassa e, secondo i magistrati contabili, sarebbe pari a 61,2 anni.
Per questo, il Fondo monetario internazionale invia l’Italia ad evitare ulteriori uscite anticipate. Il governo starebbe valutando la possibilità di prorogare Quota 103, di far estendere Quota 41 per tutti e di reintrodurre Quota 96 per i lavoratori gravosi. Il consiglio del Fmi non è assolutamente vincolante nei confronti dell’Italia, ma il governo dovrà comunque tenerlo in considerazione.
Il governo italiano deve tenere debitamente conto del fatto che sono due i problemi da affrontare: la crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione. Si tratta degli stessi problemi che il Fmi ha messo in evidenza e si tratta di fattori che impattano negativamente sulla capacità di finanziare il welfare ed il sistema sanitario nazionale. Inoltre, l’invecchiamento demografico ed il calo della natalità impattano sulla produttività del paese.
Il Fmi invita l’esecutivo italiano ad approvare riforme volte a fare crescere l’economia nazionale e ad aumentare la produttività. Le previsioni parlano chiaro e nei prossimi 25 anni la popolazione occupabile è destinata a calare di oltre 30 punti percentuali. Ciò impatterà sul Pil tricolore. Secondo il Fmi sono necessarie riforme che prevedano la partecipazione delle donne al mercato occupazionale e il possibile innalzamento dell’età del pensionamento.
Per il corrente anno 2023 è pronto il piano sulle pensioni per evitare il ritorno alla Legge Fornero. Dal primo gennaio 2024 sarà possibile uscire dal mercato occupazionale con 62 anni di età e con un’anzianità contributiva pari a 41 anni. L’attuale riforma previdenziale Quota 102 sarà sostituita con Quota 103.
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