Pensione a 61 o 62 anni e proprio per loro: l’INPS sembra aver dato il via. Vediamo chi sono i fortunati e cosa occorre fare per poter davvero ricevere il proprio assegno di pensionamento. I dettagli qui di seguito.
Sembra che per i lavoratori che fanno lavori usuranti ci sia la possibilità di poter ottenere la pensione anticipata. Sarebbero proprio loro i fortunati. Ma cosa fare a tal proposito e che requisiti occorre avere? Le risposte le troverete nel corso dell’articolo.
Come accennato poco fa alcuni lavoratori potranno ottenere la pensione anticipata e quindi a 61 o 62 anni.
Questa opportunità sarà data a chi svolge mansioni che richiedono una certa fatica e che risultano essere abbastanza pesanti.
Al fine di poter usufruire di questo, tali lavoratori dovranno fare domanda entro il primo maggio 2023. In tal modo potranno ricevere la pensione dal 2024.
Ecco che sulla base di quello che è stato detto sinora la data ultima per presentare domanda è il primo maggio 2023. I lavoratori che vogliono ricevere la pensione già dall’anno prossimo devono tener ben a mente questa data.
A dire questo è proprio l’INPS che ha anche provveduto a presentare i criteri e la modalità utili per presentare la domanda.
A tal proposito si sa con certezza che si parla di assegni di pensione a favore di dipendenti a livello privato, ma anche lavoratori autonomi e del pubblico impiego.
Nel dettaglio gli stessi devono svolgere attività usuranti e pesanti.
Proprio chi si occupa di tale mansioni gode della possibilità di uscire con una specifica quota: la quota 97,6. Ovviamente si devono avere degli specifici requisiti.
Quali requisiti? Sicuramente vi starete chiedendo questo.
Affinché si possa ottenere la propria pensione nel 2024, i lavoratori appena citati, tra cui quelli addetti alla linea catena e chi conduce mezzi destinanti ai servizi pubblici collettivi, devono avere tali requisiti:
Nel primo caso come detto si deve raggiungere una quota 97,6 e nel secondo caso una quota 98,6.
La stessa cosa vale per i lavoratori che svolgono mansioni notturne che lavorano almeno 78 giorni annuali o interamente, se si considera l’anno.
I requisiti cambiano nel caso in cui il numero delle giornate è minore.
Se si totalizzano dalle 72 alle 77 giornate è necessario aver versato 35 anni di contributi e un’età di 62 anni e 7 mesi, se si tratta di lavoratori dipendenti. Si parla sempre della necessità in tal caso di raggiungere quota 98,6.
Nel caso dei lavoratori autonomi si parla di 63 anni e 7 mesi, se si è raggiunta una quota di 99,6.
Se invece si totalizzano dalle 64 alle 71 giornate annuali, sono necessari il versamento di 35 anni di contributi e un’età pari a 63 anni e 7 mesi, se si parla di lavoratori dipendenti e una quota 99,6.
Mentre per i lavoratori autonomi si parla di un’età di 64 anni e 7 mesi e una quota 100,6.
A tal proposito come detto, bisogna considerare la data di scadenza già citata: i lavoratori che l’anno prossimo potranno maturare tali requisiti non devono dimenticare questa data. Requisiti questi che sembra resteranno bloccati e questo per tutto il 2026.
E se ci si dimentica? Se tale dimenticanza riguarda il ritardo di un mese allora anche la pensione sarà posticipata di un mese. Nel caso in cui si parli di ritardi maggiori che vanno oltre il mese fino a tre mesi, allora si parla di un posticipo della pensione di due mesi.
Se si parla di ritardi da tre mesi in poi, allora si parlerà di un posticipo di tre mesi.
A tal proposito bisogna sottolineare che per i dipendenti dell’Afam e della scuola, in tal caso, si parla di differimenti annuali.
Dunque, la pensione può subire un ritardo di ben 365 giorni e non scattare i primi di settembre se si parla della scuola o i primi di novembre se si parla dell’Afam. Considerando l’anno in cui tendono a maturare i requisiti richiesti.
Fatte queste precisazioni, parliamo della domanda che consente a tali lavoratori di ottenere la pensione anticipata.
Tale domanda è da presentare all’INPS in modo telematico con il modulo AP45 e i documenti indicati per le attività svolte.
In tal senso bisogna considerare la tabella A che risulta essere allegata al decreto del 20 settembre 2017.
Se tali documenti non attestano chiaramente che si svolgono dei lavori faticosi e pesanti, vi è la possibilità di dare altre informazioni per provarlo.
Attraverso tale istanza i lavoratori possono ottenere quella che è la certificazione dei propri requisiti attraverso la quale può essere fatta un’ulteriore domanda.
Quella della pensione. La stessa sarà da inoltrare all’INPS l’anno prossimo, dopo aver maturato le quote.
Si parla dunque dell’anno 2024 tenendo conto della data comunicata dall’INPS stesso.
Per il mondo della scuola invece l’ulteriore domanda potrà essere inviata solo se si presenterà l’stanza di cessazione del servizio.
Solitamente tale domande tende a scadere il 28 febbraio, dal momento che dal primo settembre sembra decorrere il pensionamento.
In seguito alla presentazione della domanda si possono verificare tre esiti:
Da ricordare che i lavoratori che fanno domanda di riconoscimento per le mansioni faticose e usuranti devono provvedere a richiedere l’istanza di pensione. Solo in questo modo possono usufruirne.
Inoltre possono anche poter dare altri documenti integrativi. Per altre informazioni più dettagliate si può far riferimento al messaggio dell’INPS del 21/03/2023.
Intanto qui di seguito abbiamo messo in evidenza il fatto che proprio determinate categorie di lavoratori potranno ricevere la pensione anticipata e nei modi appena descritti.
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