Arrivano 864 euro in più per i pensionati: ecco quali sono i requisiti anagrafici e previdenziali solo se hai questi anni
I c.d. “contributivi puri” hanno la possibilità di andare in pensione a 64 anni, ovvero 3 anni prima dei requisiti di vecchiaia con almeno venti anni di contributi versati. Inoltre, è necessario aver iniziato a lavorare dopo il 1995. Per ritirarsi dal mercato occupazionale a 64 anni e venti anni di contributi versati, è necessario che l’assegno mensile è pari ad un massimo di 2,5 dell’importo dell’assegno sociale. I Sindacati chiedono la libertà per tutti i lavoratori dipendenti con Quota 41 o a partire da 62 anni.
Con la crisi economica dell’anno 2023 il Governo ha dovuto affrontare una situazione difficile, con un calo di potere d’acquisto dei nuclei familiari e con un incremento della povertà. Per fare fronte alla crisi, il Governo ha approvato una serie di misure economiche e sociali, tra cui la riforma welfare, che ha previsto l’incremento dell’ammontare degli assegni previdenziali INPS per i percettori in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi. La riforma previdenziale avrà un impatto positivo sulla vita dei pensionati.
Il Presidente INPS Pasquale Tridico prevede un’uscita anticipata dal mercato occupazionale a 63 anni per i dipendenti appartenenti al sistema misto. I requisiti necessari per l’uscita anticipata sarebbero:
L’attuale ordinamento previdenziale consente di andare in pensione a 63 anni con Quota 41: si tratta di una proposta avanzata dal Sindacati. La proposta della Lega prima dell’approvazione della Manovra di Bilancio era Quota 41 fissa, ovvero 41 anni di contributi previdenziali. È possibile accedere a Quota 103 con 41 di contributi e 62 anni di età.
Nel 2023 il Governo Meloni ha previsto una serie di cambiamenti per quanto riguarda gli assegni previdenziali INPS. Sono stati stabiliti degli incrementi percentuali per diverse fasce di pensioni, in base all’ammontare della prestazione previdenziale. Per gli assegni previdenziali fino a quattro volte il minimo, l’incremento è pari a 100 punti percentuali. Per gli assegni previdenziali fino a cinque volte il trattamento minimo, l’incremento previsto è pari a 85 punti percentuali. Per gli assegni previdenziali INPS fino a sei volte il minimo, l’incremento è pari a 53 punti percentuali.
Per gli assegni previdenziali fino a otto volte il minimo, l’incremento è di 47 punti percentuali. Per gli assegni previdenziali INPS fino a dieci volte il minimo, l’incremento è di 37 punti percentuali dell’importo attuale. Per le pensioni di oltre dieci volte il trattamento minimo, l’incremento è pari a 32 punti percentuali. La riforma previdenziale ha previsto un incremento degli assegni previdenziali INPS per fasce diverse di pensionati. Alcuni pensionati che andranno in pensione in anticipo a 64 anni riusciranno a percepire anche 72 euro al mese. Moltiplicando i 72 euro al mese per dodici mesi, è possibile arrivare a 828 euro in più sull’assegno previdenziale INPS.
Un tranquillo pomeriggio si è trasformato in un susseguirsi di eventi degni di un film…
A quasi un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, evento brutale che ha acceso un’ulteriore…
E sono sempre di più gli italiani che vorrebbero andare in pensione in anticipo. Per…
Lazio, l'utente mostra quanto spende per una cena: il costo è davvero insolito e scatena…
Quest'uomo trova una strana scatola nel bidone della spazzatura e quello che scopre mette davvero…
Vendi e guadagna con le tue creazioni: con 3 bottoni crei l'impensabile e piace molto…