Nel porto di Brindisi è arrivata la Geo Barents di Medici Senza Frontiere: a bordo ci sono precisamente 339 migranti, di cui 24 minori non accompagnati. Tutti comunque sono stati soccorsi nei giorni scorsi nel Mar Mediterraneo e, stando a un primo controllo, alcuni riportano delle ferite (ma non conosciamo la loro entità e gravità). Nel frattempo è stato attivato il dispositivo di accoglienza e tutti loro verranno sottoposti a ulteriori controlli medici.
La Geo Barents di Medici Senza Frontiere è arrivata a Brindisi con a bordo 339 migranti. Inizialmente quelli tratti in salvo erano in tutto circa 440, ma 100 sono stati già trasferiti su una nave della Guardia costiera italiana e trasportati in Sicilia.
La Geo Barents di Medici Senza Frontiere è arrivata nel porto di Brindisi. A bordo ci sono 339 migranti – di cui 24 minori non accompagnati – soccorsi nei giorni scorsi nel Mar Mediterraneo e sembra che le loro condizioni, stando a un primo controllo, non siano affatto ottimali. Anzi, tutt’altro: stando alle dichiarazioni delle prime fonti interpellate, tre persone avrebbero fratture sospette, altre presenterebbero segni di ustioni (ma non sappiamo a quanto ammonta il numero preciso, né la gravità, almeno per adesso).
Per adesso sappiamo solo che è già pronto il dispositivo di accoglienza dei migranti. L’iter sarà sempre lo stesso: il controllo sanitario prima, le procedure di identificazione poi, infine i controlli medici approfonditi. Solo questi ultimi mostreranno le reali condizioni fisiche dei migranti, arrivati per lo più da Siria, Pakistan, Bangladesh, Egitto, Somalia e Sri Lanka, come ha riferito l’Ong.
C’è da aggiungere, inoltre, che i migranti salvati erano in tutto almeno 440, ma a quanto pare più di 100 sono stati già trasferiti su una nave della Guardia costiera italiana, in Sicilia.
Questo sbarco sarebbe potuto finire decisamente peggio: quando le operazioni di soccorso hanno avuto inizio le condizioni meteo non erano affatto favorevoli, anzi. E, ormai, ogni volta che sentiamo parlare di maltempo associato a uno sbarco di migranti la mente non può che andare lì: alla strage di Cutro. Quasi 90 persone sono morte in quell’occasione, a largo delle coste della Calabria. Tutti decessi che si sarebbero potuti evitare, se solo non ci fossero stati problemi di “comunicazione”, se così si possono chiamare, errori di valutazione e, forse, se ci fosse stata un po’ di attenzione in più.
Ma ormai è fatta e indietro non si può tornare purtroppo. Quello che si può fare è evitare che tragedie simili avvengano ancora e almeno questo adesso – che l’attenzione verso i migranti è massima e i riflettori sono accesi su di loro inevitabilmente – sembra stia avvenendo.
In ogni caso, stando a quanto sappiamo su quest’ultimo sbarco, i migranti sono stati tratti in salvo diversi giorni fa, quando Alarm Phone ha mandato una prima segnalazione: una nave era in seria difficoltà (proprio per colpa del tempo e delle condizioni meteo avverse). Tutto è bene quel che finisce bene comunque.
Come ha dichiarato la prefetta di Brindisi, Michela La Iacona: “Siamo pronti ad assicurare la migliore accoglienza ai migranti”. Quello che sappiamo, ad oggi, è che i minori non accompagnati resteranno nella città pugliese insieme ad alcuni degli adulti, mentre gli altri verranno portati in altri centri sparsi per l’Italia, individuati dal ministero dell’Interno, situati soprattutto in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
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