Non si fermano i flussi migratori incontrollati a Lampedusa, dove nella notte sono arrivati altri 652 migranti con 17 sbarchi.
Ogni imbarcazione trasportava una media di 50 persone e la maggior parte sono salpate da Sfax. Ieri sull’isola in sole 24 ore ci sono stati 29 sbarchi e più di 1.000 persone hanno raggiunto il nostro Paese dopo la traversata nella rotta più pericolosa, quella del Mediterraneo Centrale. È chiaro che a muovere questi individui è la disperazione e la voglia di cambiare la propria vita e avere aspettative migliori. Questo però porta a un’emergenza senza fine in Italia, che si rispecchia principalmente nella difficoltà di gestione di queste persone all’interno di centri di prima accoglienza dalla poca capienza rispetto a quella che servirebbe. Basti pensare che nell’hotspot di Lampedusa potrebbero stare solo 389 persone mentre sono costantemente più di 1.000 nonostante i continui trasferimenti verso altri luoghi, disposti dal Viminale. E mentre il presidente di Regione Schifani parla di progetti di potenziamento dei centri di accoglienza, questo in primis ma anche quello di Porto Empedocle, tanti pensano che dovrebbero essere allestite più strutture e parallelamente, ci vorrebbe un freno agli sbarchi fuori controllo che portano ad arricchirsi trafficanti senza scrupolo.
Sono solo i più fortunati coloro che riescono a lasciare il Paese in direzione dell’Italia, eppure è difficile pensarlo visto le condizioni in cui viaggiano. Nella notte sono arrivati 652 migranti, salpati per la maggior parte da Sfax ma come abbiamo visto in un precedente articolo, molti non sono così “fortunati” e pagano somme che non verranno restituite e dovranno aspettare mesi per racimolarle di nuovo.
Gli altri riescono a imbarcarsi, a prezzi altissimi, su barche malmesse con motori che a volte si rompono durante il tragitto. In ballo c’è molto, si tratta di un viaggio pericoloso ed estenuante verso una meta migliore da quella che lasciano alle spalle.
Quando la Guardia Costiera li intercetta, significa essere finalmente in salvo perché poi le motovedette vanno in loro soccorso, oppure lo fanno le ong. Nella notte, ne sono arrivati 652 ma già ieri ne erano sbarcati tanti, più di 1.000.
Nei 17 barchini di questa notte c’erano una media di 50 persone ognuno, fra cui donne e minori. Uno di questi ha raggiunto la terraferma in autonomia, a bordo c’erano 12 tunisini arrivati a molo Madonnina e fermati dai carabinieri mentre scendevano dall’imbarcazione in legno di 5 metri.
Poi la Guardia di finanza ha bloccato una piccola barca con a bordo 6 persone e un gommone con due migranti. Altri gruppi più vasti si trovavano in imbarcazioni più grandi e i migranti hanno riferito di essere partiti dalla Tunisia ma anche dalla Libia. Si tratta di persone egiziane, marocchine, siriane, bengalesi e palestinesi. Sottoposti ai controlli sanitari di rito, sono stati collocati inizialmente nell’hotspot di contrada Imbriacola, in attesa di un nuovo alloggio.
La mancanza di preparazione italiana nell’accogliere queste persone è evidente, infatti i centri di accoglienza non riescono ad ospitare adeguatamente tutti. In aprile però una speranza era arrivata dal presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che ha preso a cuore la questione e ha annunciato il piano di potenziamento degli hotspot siciliani, come quelli di Lampedusa Pozzallo e Porto Empedocle.
“La Sicilia è sommersa dagli sbarchi, andiamo verso lo stato di emergenza e bisogna intervenire al più presto. Solo quando c’è il maltempo abbiamo una temporanea tregua e per limitarli c’è bisogno di intervenire sui luoghi di partenza, come la Tunisia. Il blocco del fenomeno migratorio può esserci solo se il Pese è stabile istituzionalmente” aveva detto alla vigilia di un incontro con il capo dipartimento per l’immigrazione del Viminale, Valerio Valenti.
Nella medesima intervista a “Radio anch’io”, ha sottolineato la necessità di aiutare la Tunisia anche tramite il Fondo monetario internazionale. Il governo nazionale ha già disposto il potenziamento delle strutture di prima accoglienza in Calabria e Sicilia, Schifani è pienamente d’accordo e ha aggiunto che l’iniziativa riguarda anche Lampedusa ma ci vorrà del tempo.
“Bisogna distribuire velocemente i migranti e non accumularli in Sicilia e basta. Abbiamo fatto di tutto per accoglierli in strutture che possono ospitarne solo alcune centinaia, abbiamo provveduto a distribuire coperte, abbigliamento e viveri, in collaborazione con il ministero dell’Interno, ma c’è bisogno della collaborazione di tutte le regioni italiane“.
Schifani ha ribadito più volte che l’accoglienza di prima necessità è una buona cosa ma bisogna studiare una politica di controllo e di gestione, mirata a evitare quella che sta diventando un’invasione senza controllo. Ha posto l’accento anche sulla questione dei rimpatri, che devono avvenire velocemente e in maniera ordinata.
Intanto, Valenti ha già visitato in questi mesi l’hotspot di Lampedusa per individuare le migliori soluzioni circa un servizio continuativo di trasporto dagli hotspot agli altri territori dove si trovano centri e strutture per migranti. Due degli emendamenti in tema migranti prevedono nuovi collegamenti per Lampedusa, in modo che i migranti possano essere trasferiti in numero maggiore consentendo così una gestione migliore da parte della Croce Rossa.
Come previsto dal presidente di Regione però, gli sbarchi sono aumentati con il meteo favorevole e c’è bisogno di altre misure per stare al passo con le tantissime persone che arrivano sulla più grande delle isole Pelagie.
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