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Assad bombarda i ribelli dopo il sisma e sua figlia mette in guardia sugli aiuti

La Siria è stata colpita insieme alla Turchia da uno dei terremoti più spaventosi degli ultimi decenni. Assad, capo di Stato siriano, nonostante la tragedia, che ha portato alla morte di oltre 2000 siriani, ha deciso di bombardare Idlib che si trova poco distante da Aleppo. Una scelta definita dalle autorità britanniche ‘insensibile’. Nel mentre, anche la figlia del leader siriano Zein ha messo in guardia chi ha intenzione di aiutare il popolo siriano sul fatto di non finanziare gruppi terroristici.

Siria, capo di stato Al-Assad – Nanopress.it

Entrambe le scelte hanno sollevato critiche e obbiezioni internazionali essendo arrivate dopo una catastrofe che ha disintegrato diverse regioni e ha raso al suolo quel poco che era rimasto in piedi dagli ultimi dodici anni di guerra interna. Il conflitto tra le forze governative del presidente Assad contro le milizie ribelli ha generato una crisi umanitaria devastante che ora, dopo il sisma, è arrivato a un punto molto pericoloso e che ha allarmato le associazioni umanitarie.

Emerge chiaramente la sostanziale differenza in merito agli aiuti inviati alla Turchia rispetto alla solidarietà dimostrata alla Siria, sembra, come riportato dai quotidiani internazionali, che lo stesso leader di Damasco non ha intenzione di accettare aiuti occidentali o, almeno, richiede che vengano indirizzati verso le autorità governative che provvederanno, successivamente, alla distribuzione nelle differenti zone colpite.

Dopo il sisma Assad bombarda i ribelli a Idlib

Il leader siriano ha deciso di attaccare i ribelli situati nel nord della Siria e ha colpito Idlib in una zona già martoriata dal recente terremoto. Il governo inglese ha definito l’azione intrapresa: “un attacco davvero insensibile e atroce”.

il popolo siriano vive da più di un decennio in una situazione terribile, che si è andata a plasmare peggiorando nel corso degli anni di guerra. Una lotta armata tra le forze ribelli islamiche e quelle governative, che ha generato una crisi umanitaria, sociale e economica che ora, dopo il terremoto, rischia di non vedere un punto di risalita. I soccorsi e la mobilitazione internazionale per inviare aiuti ai territori turchi, colpiti anch’essi dal sisma, è stata tempestiva ma ha mostrato un chiaro divario tra il trattamento ricevuto, da parte delle altre nazioni, da Siria e Turchia.

La differenza è evidente e questo è un fatto inopinabile. Le motivazioni per le quali la popolazione in Turchia ha ricevuto una grande mobilitazione e una forte solidarietà mentre la Siria sembra dimenticata dal resto del mondo, sono da imputarsi in primis alla condotta di Assad degli scorsi anni ovvero alla brutalità impiegata negli attacchi verso i ribelli senza curarsi della popolazione, ma anche a causa della posizione di Damasco nettamente anti Occidente, che porta avanti con decisione e questo senza prestare attenzione ai siriani che avrebbero necessità di aiuti umanitari.

Sostanzialmente il leader di Damasco ha ritenuto essenziale, per il suo fine politico dittatoriale e repressivo, staccarsi dalle relazioni occidentali che frenavano la sua ascesa e la sua lotta alle milizie ribelli, insidiate nel territorio, come i gruppi Isis e le milizie ribelli del Kurdistan. L’impoverimento della popolazione, dopo dodici anni di lotta, incessante è arrivato, già da tempo, a livelli insostenibili. La parte a nord colpita dal sisma è una di quelle che riceve spesso attacchi esteri, ad esempio dalla vicina Turchia, ma è costantemente sotto attacco del governo di Damasco. I diritti umani in Siria preoccupano moltissimo le associazioni umanitarie, che non sono ben accette nel Paese ma, nonostante ciò, nel corso degli anni hanno cercato di apportare beneficio ad una popolazione distrutta.

Nel territorio siriano attualmente opera la comunità di Sant’Egidio che ha rierito la difficoltà delle associazioni nell’aiutare la popolazione, che si trova in una stato di compromissione totale che, ora, è destinato a peggiorare irrimediabilmente dato che le poche risorse rimaste in possesso delle famiglie ancora delle famiglie, è andato distrutto dal terremoto. La comunità esorta le nazioni occidentali a sospendere momentaneamente le sanzioni per permettere ai soccorsi di aiutare i siriani stremati.

Assad non ha esitato a bombardare il nord del Paese, già colpito dal sisma, per andare a smantellare a Idlib una base ritenuta una roccaforte delle milizia islamiche ribelli. Un’azione che ha generato stupore globale data la tragedia in atto.

Oltre a questa azione ritenuta fuori luogo è arrivata anche una raccomandazione dalla figlia del capo di Stato Zein al-Assad, la quale ha voluto fare una precisazione che ha sollevato l’attenzione mediatica internazionale.

La raccomandazione del leader siriano Zein

La figlia del leader siriano ovvero la 19enne Zein al-Assad ha lanciato un avvertimento che ha a che fare con gli aiuti verso il popolo siriano terremotato. La ragazza abita da sempre a Londra con la madre e di consueto condivide la sua vita quotidiana tra lusso e scuole private e, nonostante la giovane età, si schiera dalla parte del padre in maniera ferma contro i ribelli, anche a costo di non fare arrivare aiuti ai cittadini rimasti lacerati nel profondo dal terrificante evento tellurico.

La figlia di Assad ha scritto sui social: “Per favore, attenti a quelli a cui donate. Questo è un gruppo che sostiene terroristi a Idlib. Le donazioni non andranno ad Aleppo, a Lataka o a Hama“. Un messaggio chiaro che invita a fare distinzioni, anche in un momento di dolore estremo, che non è stato ben accolto dalle associazioni per i diritti umani, che esortano l’Unione Europea e l’Onu a dare sostegno al popolo siriano in quanto necessario e senza fare distinzioni.

Terremoto in Siria – Nanopress.it

La Siria sta affrontando la calamità naturale, che ha devastato il nord del Paese, senza le dovute attrezzature e senza assistenza e molti soccorritori, sia nei territori occupati dalle milizie che in quelli dove stanno lavorando le forze governative, sono costretti a utilizzare strumenti di fortuna e spesso scavano a mani nude. Un quadro preoccupante che ha bisogno di sostegno per poter emergere dal buio nel quale si trova ora.

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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