Il Presidente della Siria Bashar Assad è in visita negli Emirati Arabi Uniti, per la sua prima visita nel paese del Golfo dopo il devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria lo scorso mese, che ha generato devastazione e desolazione, gettando la popolazione, già colpita dalla guerra che attanaglia la Siria da oltre undici anni nella disperazione.
Sembra che la Siria stia compiendo un processo di avvicinamento alle Nazioni mediorientali e verso gli alleati asiatici, prendendo sempre maggior distanza dalle Nazioni occidentali che ritiene ostili e nemiche della Nazione. Si evince chiaramente a livello internazionale, che l’espressione fatte dalla Cina alle nazioni confinanti, come ad esempio la mediazione che ha attuato tra Arabia Saudita e Iran, che da sette anni non avevano più rapporti diplomatici e ciò ha innescato un processo di ripresa dei rapporti interrotti e le due visite effettuate da sud sono il chiaro esempio del cambiamento avvenuto negli ultimi mesi tra Medio Oriente e Asia.
Lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan che è anche il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha accolto con entusiasmo Assad e sua moglie Asma ad Abu Dhabi domenica 19 marzo, per poi proseguire i colloqui presidenziali nel palazzo reale.
Mohammed ha dichiarato su Twitter che i due: “hanno tenuto colloqui costruttivi volti a sviluppare le relazioni tra i nostri due paesi. Le nostre discussioni hanno anche esplorato i modi per rafforzare la cooperazione per accelerare la stabilità e il progresso in Siria e nella regione”.
Il viaggio del presidente siriano è il secondo nel paese e arriva dopo aver effettuato una prima visita all’estero dopo il terremoto in Yemen lo scorso mese.
Si tratta di qualcosa che ha sollevato l’attenzione internazionale in quanto Assad non aveva effettuato viaggi all’estero ufficiali da quando è iniziata la rivoluzione siriana e la successiva guerra, che prosegue dal 2011.
Abu Dhabi è stata una delle Nazioni che ha deciso di normalizzare nel 2018 i rapporti bilaterali con la Siria e, di conseguenza, con il presidente Assad ed è pertanto stato uno dei pochi Paesi a contribuire immediatamente nel soccorrere i bisognosi subito dopo il terremoto, avvenuto il 6 Febbraio e anche a seguito delle inondazioni, che hanno generato enorme difficoltà tra la popolazione siriana.
Si tratta della prima visita ufficiale della moglie di Assad asma che non è mai andata all’estero dopo il 2011 e che questa volta incontrerà Sheikha Fatima bint Mubarak, che è la madre del presidente degli Emirati e considerata la “Madre della Nazione“.
Una visita importantissima che sta mostrando un cambiamento importante nelle dinamiche finora congelate di alcuni paesi, come per esempio la Siria ma anche l’Iran e le unioni comprendono quasi sempre un approfondimento dei rapporti anche con Cina e Russia.
Da un decennio la Lega Araba, composta da 22 paesi membri, ha deciso di sospendere l’adesione di Damasco a causa della repressione attuata da Assad sui manifestanti e, successivamente, anche per la violenza attuata nei confronti dei civili.
Un’insolita ripresa dei rapporti internazionali da parte della Siria che genera preoccupazione nelle nazioni occidentali in quanto potrebbe determinare anche un ampliamento in ambito militare, che potrebbe avvicinare paesi che hanno questioni in sospeso con Occidente e Stati Uniti.
La solidarietà emersa dopo il tragico sisma sembra aver accelerato il processo di disgelo politico regionale che la comunità internazionale si auspicava da molti anni.
L’ alto consigliere presidenziale degli Emirati Anwar Gargash ha riferito in merito che: “L’approccio e gli sforzi degli Emirati Arabi Uniti nei confronti della Siria fanno parte di una visione più profonda e di un approccio più ampio volto a rafforzare la stabilità araba e regionale. La posizione degli Emirati Arabi Uniti è chiara riguardo alla necessità che la Siria ritorni al” suo posto nel mondo arabo e riconquisti la legittimità nella regione”.
Il consigliere ha sottolineato che: “Ciò è stato confermato da Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed durante il suo incontro di oggi”.
Per aiutare la Siria dopo il terremoto gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di destinare alla nazione più di 100 milioni di dollari. È stata anche mandata una squadra di ricerca e soccorso e sono stati forniti tonnellate di generi di prima necessità, oltre che dire mediche per i feriti del territorio siriano aprendo anche i propri ospedali.
Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Esteri, il mese scorso è divenuto il primo funzionario arabo a visitare la Siria dopo il sisma di febbraio.
L’analista degli Emirati Abdulkhaleq Abdulla ha precisato che Abu Dhabi “è convinto, insieme a molti stati arabi, che sia giunto il momento di riconciliarsi con Assad… e vedere la Siria tornare alla Lega Araba e all’ovile arabo”.
Ha sottolineato poi che: “Gli Emirati Arabi Uniti stanno guidando gli sforzi per riconciliarsi con i nemici del passato e trasformarli negli amici di domani”.
Nel momento storico attuale sì mostra chiaramente un quadro globale nel quale le alleanze geopolitiche stanno nuovamente prendendo importanza e la collaborazione cooperazione diventa più profonda e si vanno a smussare anche dissapori che erano presenti da molti anni, come per esempio quello tra Arabia Saudita e Iran.
Il malcontento tra Iran e Arabia Saudita aveva generato un’interruzione nei rapporti diplomatici tra le due nazioni che perdurava da sette anni ma con l’intervento della Cina si è arrivati ad un accordo e i rapporti bilaterali, tra autorità saudite e iraniane sono riprese, così come le collaborazioni commerciali e in questo il ruolo principale di mediatore di Pechino è stato fondamentale e preoccupa le autorità occidentali.
Nonostante il vedere Nazioni fino ad oggi isolate riprendere i rapporti commerciali in maniera positiva e quindi sicuramente da tutto ciò trarrà vantaggio anche la popolazione rimane però il fatto che le relazioni che si stanno plasmando in questo momento storico derivano anche dall’astio generato e dal deperimento di rapporti tra Oriente e occidenti dovuti al conflitto in Ucraina.
La prossima settimana il presidente Xi Jinping vedrà personalmente il leader russo Putin e la sua azione intrapresa di riunire paesi attualmente distanti e tutti con problematiche e dissapori con l’Occidente sta creando preoccupazione a causa di quello che potrebbe accadere anche nel contesto della guerra tra Mosca e Kiev.
La Siria ha notoriamente dichiarato che l’Occidente interferisce nelle sue questioni interne e non ha accettato le sanzioni imposte a causa della repressione attuata durante la rivoluzione e la violenza utilizzata nella guerra non sono state accettate dalle Nazioni europee. Anche la lotta alle fazioni islamiche ribelli prosegue feroce e priva la popolazione di una vita serena e di una quotidianità normale.
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