Assalto a Capitol Hill: Dopo 18 mesi di lavoro, la commissione parlamentare ha emesso le sue conclusioni, chiedendo l’incriminazione di Donald Trump.
Dopo l’inchiesta della Camera dei Comuni sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, la Commissione ha elaborato una raccomandazione, all’unanimità, di incriminare l’ex presidente Donald Trump, per aver invocato l’insurrezione e la cospirazione contro lo Stato americano. In risposta, Donald Trump accusa la commissione di cercare di impedire la sua candidatura per il 2024.
Assalto a Capitol Hill: la Commissione chiede l’incriminazione di Donald Trump
Una decisione unanime. La commissione parlamentare d’inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 ha raccomandato, lunedì 19 dicembre, procedimenti penali contro l’ex presidente Donald Trump, compreso uno per incitamento all’insurrezione.
La “causa principale” dell’assalto al Campidoglio americano del gennaio 2021 è Donald Trump: questa la conclusione di un’apposita commissione parlamentare d’inchiesta, che emerge da un rapporto preliminare.
La commissione d’inchiesta ha anche raccomandato che l’ex presidente sia perseguito per ostacolo al processo ufficiale (la certificazione dei risultati di un’elezione presidenziale), cospirazione contro lo stato americano e travisamento. Queste accuse sono punite con la reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici.
La commissione non ha l’autorità per avviare direttamente questi procedimenti penali e può solo emettere una raccomandazione al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che può, nei fatti, incriminare l’ex presidente degli Stati Uniti, se necessario.
Incriminare l’ex presidente, un’azione che sarà attuata?
Questa importante inchiesta parlamentare ha aumentato la pressione sulle spalle del ministro della Giustizia americano, Merrick Garland, affinché incrimini penalmente l’ex presidente repubblicano.
Altri scenari potranno essere delineati dall’Attorney General (il Procuratore Generale, ndr), in prima linea in questo dossier estremamente politico, che rischia di rimescolare le carte per le presidenziali del 2024.
Né Merrick Garland né il suo ministero, infatti, sono tenuti a seguire le raccomandazioni della commissione dei funzionari che lunedì hanno votato all’unanimità a favore dell’elaborazione delle accuse penali contro Donald Trump.
Merrick Garland, ben consapevole del fatto che nessun ex presidente americano è stato incriminato per un crimine nella storia degli Stati Uniti, vorrà sicuramente assicurarsi in anticipo di avere un caso solido sotto le mani, prima di agire.
L’avvocato settantenne è noto per la sua riluttanza a farsi coinvolgere negli affari politici e sa che accusando Donald Trump, rovinerebbe definitivamente l’immagine di neutralità che coltiva.
Ostacoli per la candidatura del 2024?
Donald Trump ha reagito e ha denunciato lunedì i “procedimenti fasulli” raccomandati dalla commissione d’inchiesta, in quella che definisce come una manovra tesa a impedire la sua candidatura per il 2024.
“Tutte queste storie volte a perseguirmi sono come il processo di impeachment, un tentativo di mettere da parte me e il Partito Repubblicano” nella corsa alla Casa Bianca, ha detto sul suo Truth Social.
Il 6 gennaio 2021 i sostenitori dell’ex presidente Trump, affermando, come lui, che le elezioni presidenziali del 2020 gli erano state “rubate” da Joe Biden, hanno attaccato violentemente la sede del Congresso a Washington per fermare la certificazione dei risultati, facendo tremare la democrazia americana.