Il tema delle pensioni è sempre un tasto dolente per noi italiani. Non tutti sanno, però, che vi è una categoria di pensionati i quali hanno la possibilità di ricevere un assegno dell’INPS raddoppiato.
I ragazzi in età adolescenziale si trovano nel pieno del loro percorso di studi. In questa fase della vita, essi non vedono l’ora di terminare la scuola per poter avere finalmente accesso al mondo del lavoro. Inizialmente, si è sempre molto entusiasti subito dopo aver trovato un impiego. È proprio grazie a questo, infatti, che si può finalmente raggiungere la tanto anelata indipendenza economica e la libertà da compiti e interrogazioni. Con il passare del tempo, però, impegni e responsabilità aumentano, e con esse, anche la stanchezza.
Riunioni, scadenze, imprevisti e cura della famiglia diventano cose di normale amministrazione. E ciò si protrae per diversi anni, almeno fino a quando i figli non crescono e non si hanno maturato i giusti requisiti anagrafici e contributivi per ricevere la pensione. Questo traguardo, però, spesso non è così facile da raggiungere, specie se l’accesso al mondo del lavoro è avvenuto in tarda età o se gli impieghi svolti non sono stati quasi mai messi in regola. Come fare, dunque, nel caso in cui si arrivi all’età pensionabile, ovvero 67 anni, senza aver versato contributi?
Non tutti sanno che per questa determinata categoria di cittadini esiste la possibilità di richiedere all’INPS una sorta di pensione, anche se, alla soglia dei 67 anni, non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione.
Andare in pensione a 67 anni senza aver raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti sembra impossibile. Invece, corrisponde a realtà, ma solo per una determinata categoria di cittadini italiani. Si tratta, come precedentemente accennato, di tutti quei pensionati che non sono mai stati messi in regola dai datori di lavoro o che, in alternativa, hanno iniziato tardi a lavorare. In questi casi, l’INPS concede di ricevere un assegno sociale mensile. Tuttavia, per poter avanzare la richiesta e aderire a tale servizio, è necessario possedere determinati requisiti.
Per prima cosa, come precedentemente accennato, è necessario aver compiuto almeno 67 anni di età. A seguire, in assenza di un coniuge, bisogna avere un reddito annuo inferiore a 6.085,43 €; se, al contrario, il coniuge è presente, il reddito non deve superare i 12.170,86 € annui. L’ultimo requisito fondamentale, inoltre, è quello di essere residente residenti in Italia. Anche in questo caso, però, c’è da fare una distinzione: se il richiedente soggiornasse in un paese estero per più di ventinove aggiorni, l’assegno sociale verrebbe sospeso. Se, invece, tale situazione si protraesse per più di un anno, scatterebbe l’annullamento vero e proprio.
Per tutti coloro i quali rispecchiano tali requisiti è previsto un assegno pari a 468,11 € al mese; l’erogazione, inoltre, è calcolata su tredici mensilità.
Se si rientra nella categoria di pensionati di cui, sopra, si può procedere con l’invio della domanda per la ricezione dell’assegno social.
Per farlo, basta accedere al sito dell’INPS tramite la propria identità digitale (SPID); la carta d’identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. In alternativa, nel caso in cui si volesse svolgere tale pratica in maniera virtuale, ci si può recare presso un qualsiasi patronato.
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