Sembra che l’Inps, a seguito di alcuni controlli, stia chiedendo ad una fetta di italiani di restituire delle cifre che nel 2022 sono state erogate per sbaglio.
Ma chi è rivolta questa richiesta? Scopriamo insieme cosa sta accadendo
Alcune famiglie costrette a restituire l’assegno unico
Dal mese di marzo del 2022 è stata introdotta una nuova agevolazione, l’assegno unico familiare il quale è andato ad unire tutti i sostegni dedicati alle famiglie con figli.
Nonostante tutto è presente un dettaglio a cui non tutti hanno fatto caso e che riguarda soprattutto quelle famiglie al cui interno è presente un solo genitore.
Coloro che appartengono a questa categoria, dal mese di novembre del 2022 hanno visto diminuire la maggiorazione della quota mensile fino ad un massimo di 30 euro.
Adesso però pare che le cose siano peggiorando ulteriormente in quanto sembra che questi possono essere presto chiamati per restituire l’assegno fino ad un massimo di 210 euro a figlio.
Ma per quale motivo? La motivazione si nasconde dietro al fatto che il legislatore ha voluto dare un sostegno alle famiglie in cui sono presenti entrambi i genitori impegnati in lavoro e che quindi hanno necessità di assumere una baby-sitter per fare assistenza ai figli in quelle ore in cui i genitori non sono presenti.
In base all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, è possibile leggere che l’assegno unico viene dato nel momento in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro” mentre verrà offerta una maggiorazione per ogni figlio minore per coloro che hanno un ISEE inferiore a 15.000 euro.
Ovviamente il valore di maggiorazione diminuisce mano a mano che il reddito aumenta fino ad arrivare ad una cifra nulla nel momento in cui di sé e di 40.000 euro.
La maggiorazione da restituire
L’INPS quindi deciso di applicare perfettamente ciò che ha stabilito il decreto andando a costituire un assegno unico riconoscendo la maggiorazione soltanto in quei nuclei in cui ci sono entrambi i genitori.
Ed è per questo motivo che all’interno delle famiglie mono genitoriali, durante i primi mesi del 2022, è stata data loro una maggiorazione che molto probabilmente dovranno restituire.
All’interno del decreto non si parla di nuclei formati da un solo genitore ed è per questo motivo che nel momento in cui è iniziato l’assegno unico, le famiglie mono genitoriali hanno richiesto la maggiorazione anche perché nella domanda dell’INPS non erano presenti chissà quali requisiti.
Infatti, non è specificato che la norma deve essere rispettata nel momento in cui entrambi i genitori lavorano e che quindi questa può essere presentata soltanto dalle famiglie formate da una coppia.
A causa di questa confusione, l’INPS è erogato da maggiorazione a coloro che l’hanno richiesta per poi bloccarla nel mese di ottobre.
Da quel momento in poi, le famiglie formate da un solo genitore, non hanno più ricevuto la maggior ragione sperando in ogni caso che si trattasse soltanto di un errore che presto potesse essere corretto attraverso la legge di bilancio del 2023.
In ogni caso però il governo bisogna scelto di non intervenire su questo argomento andando così a lasciare le cose come aveva stabilito il governo Draghi.
In questo modo l’INPS si trova costretta a sistemare la situazione delle sette mensilità in cui hai erogato erroneamente da maggiorazione.
E quindi i beneficiari potranno ricevere presto la richiesta di restituire la somma percepita che può arrivare fino a 210 euro, ossia 30 euro di maggiorazione al mese per 7 mesi.
Nel momento in cui si parla di una madre vedova che ha due figli, la cifra totale da restituire sarà di 420 euro oppure se assegnato ad un padre single che ha tre figli, si troverà costretto a restituire fino a 630 euro.