Entro la fine dell’anno i percettori dell’Assegno unico e universale dovranno provvedere alla rettifica dell’attestazione Isee che presenta omissioni e difformità.
Inps ha fissato il termine ultimo previsto per provvedere alla regolarizzazione della propria posizione per evitare la decurtazione dell’Assegno unico e universale. La novità vale anche per le famiglie che non hanno ricevuto alcuna comunicazione che prevede la sospensione dell’erogazione del Reddito di Cittadinanza. I percettori del RdC potranno continuare a vedersi erogata la ricarica sulla card, oltre all’integrazione dell’Auu prevista per i figli a carico, fino alla fine dell’anno 2023. Successivamente il RdC sarà sostituito dall’Assegno di inclusione.
Scopriamo come procedere alla correzione dell’Isee per evitare il taglio dell’Assegno unico ed universale. La presentazione dell’attestazione Isee difforme comporta l’erogazione di una prestazione di importo minimo pari a circa 50 euro per chi ha un Isee di importo inferiore ai 43mila euro. Dei 6,2 milioni di nuclei familiari che hanno presentato l’istanza nel biennio 2022-2023, solo l’1% delle famiglie dovrà regolarizzare la propria posizione.
Entro il 31 dicembre 2023 le famiglie percettrici dell’Assegno unico e universale dovranno provvedere a rettificare l’attestazione Isee. È importante attivarsi subito per correggere la dichiarazione in modo tale ottenere la prestazione spettante e non quella di importo più basso.
L’importo spettante varia a seconda della presenza di disabili, dell’età anagrafica e della situazione economica familiare. L’Auu viene erogato a tutte le famiglie che hanno figli fiscalmente a carico fino al compimento del 21esimo compleanno. La prestazione, come chiarito dall’Inps, spetta anche alle famiglie che si sono viste sospendere il Reddito di Cittadinanza.
Solo l’uno percento delle famiglie che hanno presentato l’istanza per il biennio 2022-2023 deve provvedere alla rettifica degli errori che producono omissioni e distorsioni nell’attestazione Isee. Tra gli errori più comuni ci sono: i dati incorretti comunicati dal datore di lavoro e le intestazioni del conto corrente cointestato con un componente della famiglia. È bene correggere la propria posizione nel caso in cui l’attestazione presenti “indicatori difformi”.
Prima del mese di settembre sarebbe meglio provvedere alla correzione dei dati, onde evitare di vedersi accreditate le somme minime. I nuclei familiari che hanno ricevuto una notifica contenente una comunicazione di difformità devono regolarizzare la propria posizione, presentando una nuova Dsu senza omissioni ed errori. Nel caso di errori generati dal Caf, i soggetti beneficiari potranno chiedere all’intermediario di procedere alla rettifica della dichiarazione oppure presentare all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale la documentazione corretta attestante la veridicità dei dati. Una volta che l’Inps avrà ricevuto i dati corretti provvederà al controllo ed all’accredito dell’assegno corretto, tenendo conto degli arretrati spettanti.
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