Assegno Unico: c’è una platea di sfortunati che è costretta a restituire i soldi indietro. Ecco chi deve procedere al rimborso dell’assegno unico percepito indebitamente.
INPS è impegnato ad erogare gli importi dell’Assegno Unico, ma anche a richiedere la restituzione dell’importo percepito indebitamente da coloro che non ne hanno alcun diritto. L’Assegno Unico è una misura approntata dal Governo guidato da Conte e ha avuto come obiettivo principale quello di sostenere economicamente i nuclei familiari con prole a carico. Con l’addio degli assegni per i nuclei familiari, l’Assegno Unico spetta a tutti coloro che in famiglia hanno figli fiscalmente a carico fino al compimento dei ventuno anni.
Nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente un figlio disabile, allora non sono previsti limiti di età. L’Assegno Unico spetta anche a tutte le future mamme a partire dal settimo mese di pancione fino al compimento della maggiore età. Nel caso in cui il figlio percepisca un reddito di importo inferiore agli ottomila euro, l’Assegno Unico spetta anche ai figli maggiorenni fino al compimento dei 21 anni.
L’Assegno Unico viene erogato anche nel caso in cui il figlio sia disoccupato o stia frequentando un corso formativo. Purtroppo, a causa di anomalie comunicative, è possibile che l’Assegno Unico sia erogato dall’INPS anche a coloro che non ne hanno alcun diritto di percepirlo.
Brutte notizie in arrivo per una determinata platea di sfortunati, che dovrà restituire all’INPS l’importo dell’Assegno Unico percepito indebitamente. L’Assegno Unico va da un importo minimo di cinquanta euro ad un importo massimo di oltre 170 euro, a seconda dell’ISEE.
Nel caso in cui l’ISEE sia di importo inferiore ai quindicimila euro spetta un assegno di importo superiore ai 100 settanta euro. Nel caso di ISEE superiore ai 40mila euro l’assegno sarebbe ridotto a 50 euro. Tuttavia, questi importi beneficiano di maggiorazioni in relazione a determinate condizioni e requisiti, tra cui numero dei figli a carico.
Diversi nuclei monoparentali hanno richiesto la maggiorazione dell’assegno unico pari a trenta euro spettante ai nuclei familiari in cui entrambi i genitori sono lavoratori. Si tratta di cifre erroneamente ed indebitamente percepite.
Per ovviare a questi inconvenienti, è necessario evitare di correre il rischio di dover rimborsare l’importo eccedente.
Ci sono anche buone notizie in arrivo per le famiglie italiane che potranno beneficiare dell’aumento dell’assegno unico a partire dal primo gennaio 2023. Gli importi subiranno un incremento a seguito della rivalutazione monetaria di oltre sette punti percentuali. Gli aumenti corrisposti e spettanti saranno di circa quindici euro.
Inoltre, per il calcolo dell’assegno unico il Governo guidato da Giorgia Meloni vorrà sostituire l’attuale ISEE con il Quoziente familiare, meccanismo di computo adottato dalla Francia.
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