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Assicurazione auto, torna il tacito rinnovo?

Tacito rinnovo per le assicurazione auto, ci risiamo. Secondo quanto anticipato da Linkiesta, nel cosiddetto ddl Concorrenza alla commissione attività produttive della Camera dei Deputati sarebbe stato approvato un emendamento della senatrice PD Laura Puppato che abolisce il divieto al tacito rinnovo per le polizze assicurative per danni e rischi accessori per la Rc Auto. Abolito dal governo Monti nel 2012, il tacito rinnovo dovrebbe così ritornare a governare il settore assicurativo e in particolare quello delle autovetture in quello che il quotidiano definisce uno “schiaffo ai consumatori” e che, secondo i loro calcoli, negli ultimi anni avrebbe permesso un calo nelle tariffe dell’assicurazione auto. Netta la replica della senatrice, apparsa sempre sul sito della testata online.

Il tacito rinnovo dell’assicurazione auto è stato in vigore fino al 31 dicembre 2012, data in cui è subentrata una norma prevista nel Decreto Sviluppo bis dell’ex governo Monti. Prima di allora, per cambiare assicurazione era necessario inviare una raccomandata di disdetta 15 giorni prima della scadenza della polizza: in caso contrario, ogni anno il contratto si sarebbe rinnovato il contratto con il tacito assenso del cliente, anche con tariffe e premi aumentati da parte dell’assicuratore.

Secondo il quotidiano online, l’addio alle clausole del tacito rinnovo avrebbe prodotto un risparmio di 80 euro sul premio medio delle assicurazioni Rc Auto, il 13,8% del totale, nel giro di cinque anni, dal giugno 2012 al giugno 2017.

Questo sarebbe accaduto perché col cliente libero da vincoli, le assicurazioni avrebbero messo in atto strategie al ribasso pur di non perdere il contratto: ciò vale però solo per le assicurazioni tradizionali, quelle cioè stipulate tramite un’agenzia fisica e non online dove invece il tacito rinnovo non è mai stato previsto.

Diversa invece la motivazione della senatrice dem, esperta del settore assicurazioni dove ha lavorato per anni prima di iniziare la carriera politica. “I contratti assicurativi privati non sono una tassa, né una estorsione cui il cittadino si sottopone suo malgrado“, scrive Puppato nella replica al quotidiano.

Secondo la sua esperienza e grazie anche al raffronto col mercato assicurativo europeo, senza il tacito rinnovo “quel medesimo cliente che, a parole, si vorrebbe difendere, viene invece costretto a scegliere tra la temporaneità di una copertura e un contratto pluriennale, magari proprio decennale, senza preoccuparsi minimamente per la sua libertà di scelta“.

Da qui la necessità di intervenire per non essere “l’unico paese europeo ad eliminare il contratto più garantista per il cliente ma meno favorevole alle imprese di assicurazione“.

Lorena Cacace

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