L’assistenza sanitaria in Italia lascerebbe molto a desiderare: soltanto in 8 regioni sarebbero raggiunti i livelli minimi. A mettere in luce questi dati è stata una verifica sugli adempimenti 2012, necessari per assicurare i livelli essenziali di assistenza. E’ risultato che soltanto il Veneto può essere considerata la regione che è promossa a pieni voti, mentre altre 7 sarebbero soddisfacenti. Queste ultime si trovano tutte al Nord, tranne la Basilicata. Per altre 8 regioni, invece, niente da fare: i livelli minimi non sono stati raggiunti. Si tratta del Piemonte e di molte zone del Sud.
L’unica regione a superare tutti gli adempimenti è stata il Veneto. Ha conquistato 38 certificati relativi agli elementi che caratterizzano le prestazioni e in tutto le valutazioni sono state 48, con alcune articolate anche in più sezioni. Situazione molto diversa per le 16 regioni a statuto ordinario, alle quali bisogna aggiungere la Sicilia: da molti punti di vista queste amministrazioni regionali risultano inadempienti.
La Lombardia, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, le Marche, l’Umbria e la Basilicata hanno sortito risultati soddisfacenti, anche se ancora hanno dei punti da riorganizzare e da mettere in sicurezza, specialmente per quanto riguarda l’assistenza praticata sulle nascite.
In Abruzzo c’è stato qualche miglioramento, ma sussistono ancora molte criticità. Più si scende nella penisola italiana, più la situazione peggiora. Ad esempio, la Campania, il Lazio e il Molise hanno molte pecche per quanto riguarda l’assistenza dei malati terminali, la riabilitazione e le attività di trasfusioni.
Restano poi da vedere alcuni nodi fondamentali soprattutto per quanto riguarda l’assistenza territoriale e la prevenzione, oltre che i laboratori. Il Piemonte si conferma come l’unica regione del Nord che non fa il suo dovere per quanto riguarda il monitoraggio delle liste di attesa e la prevenzione. Inadempienze anche nel campo della contabilità.