Un 42enne trovato in possesso di più di 400 grammi di cocaina e poi arrestato per spaccio è stato assolto con rito abbreviato perché troppo ricco per avere necessità di spacciare. A convincere il giudice le testimonianze di uno psichiatra e del commercialista della famiglia del ragazzo. Fermato dalla Guardia di Finanza il 21 febbraio del 2015 per un controllo, l’imputato era stato trovato in possesso di 471 grammi di cocaina pura, corrispondenti a 3.144 dosi medie giornaliere. L’uomo era stato arrestato per spaccio: processato con rito abbreviato, il 42enne è stato assolto.
Nel corso delle indagini non sono stati trovati bilancini, né sostanze di taglio, né alcun contatto telefonico con eventuali clienti. La sentenza emessa a Firenze dal giudice Paolo Belsito recita: “Se si esclude l’elemento del quantitativo detenuto, assolutamente nulla negli atti di causa permette di affermare che detenesse per spacciare“.
L’uomo aveva già un precedente per detenzione e spaccio di stupefacenti nel 1996 e anche per questo la Guardia di Finanza lo aveva fermato, ma in questo caso il giudice ha stabilito che la cocaina fosse stata acquistata per uso personale.
A portare il giudice all’assoluzione, le testimonianze di uno psichiatra, di un commercialista e del padre dell’uomo. Lo psichiatra ha dichiarato che l’imputato ha una patologia compulsiva che, unita alla dipendenza di cocaina, lo ha condotto ad accumulare sostanze stupefacenti.
Il commercialista ha invece presentato le condizioni economiche della famiglia, spiegando che il ragazzo ha ricevuto una buona eredità dai nonni tanto da accumulare risparmi per 400mila euro. Il giudice ha così concluso: “L’imputato, grazie alla disponibilità economica, anche di denaro liquido, garantitagli dalla famiglia, e al fatto di essere un figlio e un nipote unico viziato oltre ogni limite, ha potuto coltivare il suo unico vizio pensando di farsi una consistente e smisurata scorta di droga risparmiando nell’acquisto”.