Le donne italiane lo sanno bene, per acquistare gli assorbenti si spende troppo. E infatti gli assorbenti sono tassati al 22%, sono in pratica considerati beni di lusso e non beni di prima necessità. Paradossalmente i rasoi per gli uomini sono considerati indispensabili e sono tassati al al 5%. Eppure le donne sono costrette a usare gli assorbenti ogni mese, dai cinque ai sette giorni, per un periodo di circa 40 anni. C’è chi pensa che sia arrivata l’ora di dire basta a questa discriminazione.
Mentre in Scozia, ad esempio, gli assorbenti sono gratis per le donne che hanno un reddito-basso, in Italia si pagano con un rincaro IVA del 22%.
Gli assorbenti sono quindi considerati al pari dei beni di lusso, tassati con l’Iva al 22%. Anche per i pannolini è così. Ma questo accade in Italia, mentre in altri Paesi le cose sono diverse, gli assorbenti sono considerati beni di prima necessità. Indispensabili per svolgere le più normali attività quotidiane.
Eppure ci sono prodotti senz’altro meno necessari e di cui si potrebbe fare a meno che invece sono tassati al minimo, come i rasoi (5%). Per farsi un’idea basti pensare che persino il tartufo, il cioccolato, la birra o le merendine confezionate sono tassate al 10%.
Abbiamo citato il caso della Scozia che prevede forniture gratis di assorbenti per le donne con reddito basso, ma anche in altri Paesi si sta lavorando per eliminare l’alta tassazione sui prodotti igienici femminili. La Spagna ha portato la tassazione degli assorbenti al 4% dal 10% precedente. I prezzi di tali merci sono già scesi anche in Francia, in Irlanda, nel Regno Unito, in Olanda, in Canada, in Australia e in India.
E’ da anni che le donne rivendicano il diritto di potersi assicurare assorbenti a prezzi ragionevoli. Ma in Parlamento non sembrano interessati a discutere questo tema. Nel 2016 si aveva provato Giuseppe Civati con una proposta di legge presentata da Possibile, che mirava alla riduzione dell’Iva sugli assorbenti al 5%. Proposta mai discussa. Con il governo Conte ci ha riprovato Pierpaolo Sileri, presidente della commissione Sanità del Senato del Movimento Cinque Stelle. Vedremo se si riuscirà a portare la proposta in aula.
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