Quando la passione è più forte dell’età e dei dubbi dei medici: Antonio Nacca di 93enne, pluri-campione del mondo nonché primatista globale su determinate distanze di mezzofondo d’atletica per la sua categoria d’età, può finalmente ritornare a correre nonostante avesse vista revocata la licenza, dopo che alcuni camici bianchi l’avevano giudicato troppo vecchio. Sabato prossimo ritornerà a infilarsi le scarpe per la 26° edizione del meeting Fidal «Trofeo Dellomodarme» sulla distanza dei 400 metri. La sua storia merita di essere raccontata e potete leggerla dopo la continuazione.
Sabato sarà dunque il giorno della rinascita sportiva per Antonio Nacca, classe 1923, ex-maresciallo della polizia di stato ora evidentemente in pensione che si era dato all’atletica senior non appena aveva appeso la divisa al chiodo. Non era mai stato un atleta professionista, aveva iniziato nel 1984 conquistando subito il primo titolo nazionale nel cross nel 1985, l’anno dopo. Poi, non si è più fermato mettendo a segno altre 70 vittorie internazionali oltre che record del mondo. Nel 1988 era finalmente riuscito anche a smettere di fumare e la sua carriera aveva preso un’altra marcia. Eppure, per 18 mesi era rimasto obbligatoriamente escluso da qualsiasi competizione dopo che un medico sportivo gli aveva revocato l’abilitazione all’agonismo. Ricorda bene, Antonio, il momento in cui aveva ricevuto lo stop.
“Un primo medico sportivo mi aveva rilasciato il certificato e così ho potuto gareggiare ai campionati tricolori indoor master del marzo 2014 ad Ancora andando a vincere e realizzare tre primati mondiali della mia categoria in tre giorni negli 800, 1500 e 3000 metri. Poi, però, per puro caso un secondo medico, che già mi aveva visitato negandomi il nulla osta, aveva saputo della decisione del collega che mi aveva reso abile e riuscì a ottenere la revoca di quell’autorizzazione. Provai a rivolgermi alla commissione regionale di Torino, ma senza risultati”. Ma perché era stato fermato? Perché era stato giudicato troppo vecchio e a rischio.
“Paradossale – aggiunge Antonio – mi era stata suggerita l’attività fisica per mantenermi in forma, ma non potevo gareggiare in competizioni federali Fidal”. Insomma, corresse pure, ma non dietro a una medaglia. Tuttavia, per un caparbio come il signor Nacca, niente poteva fermarlo e così ha finalmente ottenuto un nulla osta dopo una battaglia lunga 18 mesi: “Due medici mi hanno dato ragione, dopo una visita scrupolosa e hanno sentenziato che la fibrillazione atriale che era stata rilevata e giudicata troppo pericolosa non è inconciliabile con l’attività. La sua vittoria l’ha già ottenuta, insomma, ma conoscendo l’indole combattiva di Antonio non c’è da stupirsi se arriverà un altro oro. E un altro record del mondo.