Dopo gli attacchi di Parigi, cresce la paura anche in Italia e specialmente a Roma dove tra pochissimo inizierà il Giubileo. Il rischio di attentati non può essere più sottovalutato. “Roma viene indicata dalla propaganda dell’Isis come una metafora e un simbolo. Noi finora abbiamo lavorato molto bene con l’intelligence e le forze di sicurezza, ma certamente le minacce non possono essere sottovalutate”. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è chiaro: in un’intervista al Tg1 commenta le rivendicazioni da parte dell’Isis e non nasconde che la minaccia ora è sempre più reale e “riguarda tutti i Paesi occidentali e mediorientali”. Anche dal Copasir il messaggio è chiaro. “Il livello di possibilità di un attentato è altissimo”, ha dichiarato il presidentre Giacomo Stucchi a Sky Tg24. Dal Vaticano però si chiede di andare avanti. “Ora più che mai abbiamo bisogno del Giubileo”, fa sapere il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi.
“È utopico dire che non potrà accadere nulla. Oggi non ci sono solo organizzazioni strutturate come al-Qaeda, ma ramificazioni che hanno deciso di colpire qualsiasi declinazione del mondo occidentale, che sia un teatro o uno stadio”, spiega ancora Stucchi. La strategia per il Giubileo dovrà dunque essere diversa. “Non possiamo ipotizzare controlli solo su strutture religiosi ma anche in tutti i luoghi di ritrovo dove la gente si riunisce. Siamo facendo il possibile, ma nessun Paese è al sicuro. Serve però che le persone non rinuncino alla vita quotidiana: vorrebbe dire farli vincere“.
Il piano sicurezza per il Giubileo
Con il Giubileo alle porte si parla sempre più di allarme terrorismo per il rischio attentati in Italia, vista la maggiore visibilità che avrà il nostro Paese per l’occasione. Se non si può escludere al 100% la possibilità che succeda qualcosa, gli esperti però tengono a precisare che tutto l’apparato della sicurezza è pronto per l’importante compito, e non sono state riscontrate al momento ”progettualità specifiche di attentati”. Già dallo scorso metà ottobre sono stati classificati 94 siti ”a rischio” nella Capitale, presidiati e blindati dalle forze dell’ordine. Tra i luoghi ovviamente c’è il Vaticano, quindi San Pietro e i Musei Vaticani, ma anche altri luoghi simbolo di Roma amati dai turisti come piazza di Spagna e via Veneto.
Zone sensibili come scuole, parchi e piazze sono a rischio attentati con l’arrivo del Giubileo a Roma, a partire dall’8 dicembre data di inizio dell’Anno Santo straordinario indetto da Papa Francesco.
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Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento informazioni sicurezza, ha risposto così alla domanda sul rischio attenti per il Giubileo a Roma: ”I rischi aumentano quanto più aumenta il livello d’esposizione, ma non ci sono progettualità specifiche di attentati di cui siamo a conoscenza. Siamo preoccupati ma non allarmati”. Ma l’ombra del terrorismo islamico c’è, dato che questo è ”il primo Giubileo ai tempi dell’Isis”, come dice il comandante del Ros, generale Giuseppe Governale, che ribadisce che ”il rischio zero non esiste”.
Intanto i responsabili delle forze dell’ordine e delle forze armate sono in stretto contatto con il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, per una serie di riunioni operative. Già sono state eseguite varie esercitazioni congiunte tra esercito e carabinieri, per testare la collaborazione tra militari e forze dell’ordine di fronte a diversi scenari di attacco terroristico, compresa la comunicazione tra le sale operative di questura e comandi dell’Arma e dell’esercito.
Ovviamente il rischio non calcolabile nonostante la blindatura dalle forze dell’ordine è rappresentato dai cosiddetti ‘lupi solitari’, terroristi che agiscono da soli, anche senza legami ufficiali con Isis o con altre organizzazioni. Abbiamo poi visto anche in occasione del funerale dei Casamonica, quello che è successo nei cieli di Roma, ma Gabrielli, che in passato è stato anche capo dell’Antiterrorismo, del servizio segreto civile e della Digos a Roma e a Firenze, ha sicuramente esperienza in fatto di ”sicurezza”. Anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto la sua, ribadendo l’arrivo di oltre mille uomini in più che si aggiungeranno ai 24 mila che già presidiano città e provincia, e ha spiegato: ”La nostra strategia non è militarizzare Roma, ma renderla più sicura”.
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