Dopo gli scontri avvenuti tra polizia israeliana e fedele musulmani all’interno del complesso di al Aqsa Hamas ha lanciato razzi verso il territorio israeliano e l’IDF ha poi contrattaccato colpendo, mercoledì mattina 5 aprile, la Striscia di Gaza. La tensione tra Israele e Palestina sta preoccupando molto il Medio Oriente e diversi esponenti politici hanno deciso di esporre il loro pensiero.
Un’escalation di violenza che ha destato molta preoccupazione, dato che si tratta proprio di un momento molto pericoloso, dato che il mese sacro per i musulmani ovvero quello del Ramadan che quest’anno cade a cavallo con la Pasqua ebraica e i timori di una possibile escalation da parte dei gruppi più estremisti delle fazioni in contrasto si è rivelata una realtà concreta.
Le forze militari israeliane hanno colpito obiettivi nella Striscia di Gaza appartenenti ad Hamas, durante la mattinata di mercoledì 5 Aprile. Questo è avvenuto a seguito di un lancio di razzi che è stato attuato nei confronti delle città israeliane a seguito di un picco di violenza emerso all’interno del complesso del Monte del Tempio che ha mostrato qualcosa di inedito e preoccupante, ovvero l’ingresso della polizia all’interno dell’edificio sacro mentre i musulmani si apprestavano a pregare e ciò che è emerso successivamente, come mostrato chiaramente dai video emersi dai media e dalla polizia israeliana. Tutto ciò è accaduto mentre il Ramadan coincideva esattamente con l’inizio delle festività pasquali ebraiche.
Le truppe di Israele hanno colpito obiettivi ben precisi, ovvero un deposito di armi appartenente alla fazione di Hamas. I ragazzi che sono stati utilizzati per lanciare l’attacco terroristico della jihad islamica palestinese, hanno invece cercato di raggiungere le città israeliane più vicine al confine.
All’inizio degli attacchi reciproci aerei è scaturito dopo che durante la notte sono scoppiati accesissimi scontri tra polizia israeliana e i fedeli palestinesi all’interno della moschea di al Aqsa a Gerusalemme.
Stando ai resoconto emersi dalle forze dell’ordine israeliane l’ingresso all’interno del luogo sacro è stato dettato dal fatto che si è reso necessario intervenire per rimuovere degli agitatori che si erano barricati all’interno dell’edificio con mazze fuochi d’artificio e pietra. Le persone arrestate durante la notte sono state 350 e i disordini sono stati accesissimi e mostrati tramite i video condivisi sui social che hanno mostrato chiaramente il momento di guerriglia, ma anche la dura contromossa della polizia nel picchiare i palestinesi all’interno della moschea.
Dopo che Israele ha contrattaccato sulla Striscia di Gaza sono stati lanciati nuovi razzi verso il confine israeliano alle sette della mattina del 5 aprile, che hanno fatto scattare le sirene di allarme nel paese.
Il servizio di soccorso Magen David Adom ha spiegato che un uomo di trent’anni è rimasto ferito mentre cercava di scappare verso un rifugio antiaereo. In totale sono stati lanciati 16 razzi da parte di Hamas otto dei quali sono stati distrutti dal sistema antimissilistico Iron Dome.
Uno dei razzi lanciati da Gaza ha colpito una fabbrica all’interno della zona industriale del comune di Sderot, provocando soltanto danni materiali.
Gli scontri che si sono verificati nella nottata, hanno mostrato dozzine di giovani incappucciati barricarsi all’interno della moschea che dopo ora di trattativa con la polizia israeliana, stando alle dichiarazioni degli agenti israeliani, hanno deciso di non lasciare di propria spontanea volontà l’edificio e, pertanto, le Forze di Sicurezza israeliane sono state costrette a fare il loro ingresso all’interno del luogo sacro, per cercare di arginare il pericolo ma la scelta di entrare durante la preghiera musulmana, ha gettato ancora più nel caos le relazioni tra palestinesi e israeliani.
Una giornata quella odierna, mercoledì 5 aprile, che segna vigilia di Pasqua e la preparazione alle visite ebraiche. Nelle scorse ore è nata una disputa in merito al fatto che, come ogni anno, emerge la volontà da parte di gruppi religiosi marginali di credo ebraico, spingono per poter effettuare non sacrificio animale nel luogo sacro ma tale azione è proibita dalle autorità.
Gli ebrei hanno il permesso di visitare il sito che comprende gli antichi templi ebraici, ma dato lo status quo del luogo non possono attuare rituali.
La polizia ha deciso di condividere le riprese, come sopracitato, che mostrano l’esplosione di fuochi d’artificio all’interno della moschea e pietre e attrezzature utilizzate e stoccate all’interno del luogo di culto.
Ma è emerso anche un altro video che mostra chiaramente le ritorsioni israeliane nei confronti dei cittadini palestinesi e la disperazione attorno alle persone colpite da manganellate feroce. È stato ripreso anche un punto di accesso completamente barricato e la polizia mentre arresta diversi sospettati ammanettati.
La reazione di Hamas non si è fatto attendere e oltre al lancio di razzi ha voluto precisare come è stato recepito l’attacco alla moschea.
Il leader del gruppo terroristico Hamas ha dichiarato che ciò che è avvenuto alla moschea contro i palestinesi è un “crimine senza precedenti” e proprio per questo chiesto ai cittadini palestinesi in Cisgiordania di unirsi e “andare in massa alla moschea di Al-Aqsa per difenderla“.
Questa escalation ha portato poi al diffondersi di scontri in diversi luoghi della Cisgiordania tra cui citiamo una sparatoria avvenuta nella città di Hebron.
Anche quest’anno il mese sacro islamico del Ramadan coincide con la Pasqua ebraica ed è notoriamente un periodo dove, nel corso degli anni, sono stati attuati numerosi attacchi reciproci. Sono migliaia i fedeli visitano il Monte del Tempio e il complesso di al Aqsa, dato che è il terzo luogo più sacro dell’Islam e viene preso di mira durante il mese sacro e, regolarmente, la tensione nel corso degli anni è sempre salita durante queste festività sia musulmane che ebraiche.
La polizia israeliana ha dichiarato che hanno tentato per ore di parlare coi ribelli per farli uscire e consentire la preghiera del fair ovvero quella dell’alba, cercando di impedire disordini e caos, ma siccome non è stato possibile hanno dovuto utilizzare le maniere forti.
Le milizie israeliane hanno sostenuto inoltre che siano stati colpiti da agitatori musulmani ripetutamente e hanno precisato, anche, che uno degli agenti è stato ferito ad una gamba. Nonostante questa spiegazione la comunità islamica e arrabbiata e contrariata e rischio di una escalation militare e concreto così come il rischio di ripercussioni mediante attacchi di diversa natura.
Disordini subiscono anche gli effetti del caos che aleggia attorno al ministro della Difesa Gallant,che era stato licenziato da Netanyahu ma e ora nuovamente all’interno del suo ruolo, ma tutto ciò che gira intorno all’ambito politico alla situazione di estrema crisi interna ha peggiorato la situazione del conflitto tra israeliani e palestinesi.
Il leader dell’opposizione ed ex premier Lapid ha condiviso su Twitter che: “La sicurezza di Israele non è sospesa. I nostri nemici non ttarderanno”
Le Forze di Sicurezza Israeliana hanno imposto una chiusura in Cisgiordania,, che verrà attuata dalle 17 di mercoledì fino all’ultimo giorno delle festività pasquali e diversi punti di passaggio saranno chiusi ai palestinesi.
Anche i valichi di frontiera collocati nella Striscia di Gaza rimarranno chiusi per evitare disordini. Si tratta di una pratica standard che si attua durante gli eventi e festività e i militari hanno riferito che si tratta di misure preventive classiche per evitare caos nei periodi di tensione.
Il segretario generale del movimento Jihad islamico palestinese Ziyad al-Nakhala, segretario genere del movimento jihad islamico palestinese, ha voluto avvisare che gli scontri avvenuti mercoledì mattina non saranno perdonati sottolineando che: “Ciò che sta accadendo nella benedetta moschea di Al-Aqsa costituisce una seria minaccia per le nostre santità, e il popolo palestinese deve essere presente con tutte le sue componenti per l’inevitabile confronto nei prossimi giorni”.
Mentre Hazem Qassem, portavoce di hamas ha descritto gli scontri avvenuti come: “una guerra di religione contro la moschea di al-Aqsa. Il nostro popolo palestinese non permetterà che i piani dell’occupazione siano attuati nella moschea di al-Aqsa, e chiediamo al nostro popolo di infliggere sull’occupazione il prezzo di questo crimine”.
Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hama, ha sottolineato che gli scontri avvenuti sono qualcosa di inaccettabile è qualcosa senza precedenti che provocherà ingente danni futuri.
Anche il ministero degli esteri della Cisgiordania si è scagliato contro gli scontri spiegando che: “Condanniamo con la massima fermezza l’assalto della polizia di occupazione alla beata moschea di al-Aqsa e l’assalto ad essa e ai presenti, e Israele si assume la responsabilità delle pericolose conseguenze di questa escalation. “
Ma non è stato il solo a voler affermare la propria posizione in merito, dato che ha anche il ministero degli Esteri egiziano ha condannato l’accaduto ad al Aqsa e ha precisato che: “Riteniamo che scene così odiose e riprovevoli, e le ripetute violazioni israeliane della santità dei luoghi santi, alimentino i sentimenti di ira e rabbia tra tutto il popolo palestinese, i popoli islamici e le persone di coscienza viva in tutto il mondo”.
Secondo le autorità egiziane, Israele è una potenza occupante ed è responsabile di questa escalation di violenza che va a contrastare tutti gli sforzi fatti dalle autorità egiziane cercando di mantenere un equilibrio e una calma tra i partner regionali ma anche internazionali.
È successo diverse volte dall’inizio del Ramadan, che la polizia israeliana ha allontanato i cittadini palestinesi che cercavano di restare all’interno della moschea per pernottarvi e queste notizie sono state condivise direttamente dai media locali.
Secondo la polizia israeliana e palestinesi che hanno cercato di rimanere a dormire all’interno del complesso sacro, nell’ultima settimana, stavano cercando di progettare da attacchi verso i visitatori ebrei del sito nelle ore mattutine. Gli scontri si sono poi rivolti anche verso Gerusalemme, compresa la città vecchia.
Hamas ha precisato che non starà a guardare Israele attaccare e, soprattutto, perché lo ritiene pienamente responsabile della tensione alzata tra le due popolazioni in contrasto e ha precisato che: “Mettiamo in guardia l’occupazione dal commettere azioni sciocche che colpiscono la Moschea di al-Aqsa, e chiediamo al nostro popolo palestinese in difficoltà di mobilitarsi, aumentare il livello di prontezza, rafforzare il viaggio, intensificare il legame e ritirarsi nella benedetta Moschea di Al-Aqsa, e respingere l’aggressione dell’occupazione e contrastare i piani dei suoi coloni terroristi”.
Mentre la tensione è sempre più incandescente il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir ha dichiarato che: “Sostengo il capo della polizia israeliana, il comandante del distretto di Gerusalemme, gli agenti di polizia, i soldati e l’intero sistema di difesa per il loro determinato lavoro di ieri sera al Monte del Tempio per prevenire rivolte e terrorismo”.
Sottolineando poi: “Do il mio pieno sostegno a queste azioni che avevano lo scopo di proteggere la vita umana e auguro una piena guarigione agli agenti feriti. È molto grave che pietre, metalli e fuochi d’artificio vengano portati in una moschea con l’intenzione di danneggiare e uccidere la polizia ufficiali e danneggiando i cittadini di Israele”.
Il capo dello Shin Bet Ronen Bar ha spiegato che le forze di sicurezza di Israele hanno sventato oltre 200 attacchi terroristici dall’inizio del 2023.
Bar ha precisato che “sono passati solo tre mesi e quest’anno sono stati sventati più di 200 attacchi significativi, tra cui circa 150 attacchi con armi da fuoco, 20 attentati con bombe, speronamenti, rapimenti e altri .”
Bar ha poi riferito che Israele sta passando un momento molto difficile sia in patria che all’estero.
Riguardo alla minaccia del terrorismo in Israele lo stesso primo ministro Netanyahu ha spiegato che: “alla fine arriveremo a ogni terrorista” sottolineando anche che: “l’Iran è responsabile del 95% delle minacce alla sicurezza contro di noi”.
Le tensioni in Medio Oriente sono aumentate quando Israele ha incrementato ad aumentare consistentemente il numero di raid compiuti in territorio cisgiordano a seguito di una serie di attacchi provenienti dalle truppe ribellI islamiche.
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