Mentre Canale 5 e Sky, ieri sera, hanno seguito costantemente e dall’inizio la situazione di Parigi dopo la sparatoria, in Rai pare non se ne siano neanche accorti. A dirlo è Michele Anzaldi, del Pd, che alza il tiro: “La Rai di 1.700 giornalisti e decine di corrispondenti all’estero, né su Rai 1, né su Rai 2, né su Rai 3, ha nulla su quanto accade”. Il parlamentare si domanda come mai la televisione pubblica non abbia interrotto il suo palinsesto per quello che pare essere a tutti gli effetti un attacco terroristico.
“Eppure, alle 21.25, si sono avuti i primi lancia di agenzia della sparatoria avvenuta sugli Champs Elysées di Parigi. Dopo le vicende di Charlie Hebdo, avevano detto che non si sarebbe più verificata una cosa simile e invece…”. Anzaldi è componente della commissione di Vigilanza Rai, dunque particolarmente sensibile a ciò che avviene ai piani alti dell’emittente pubblica.
Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda, aggiunge: “Nella sera in cui Parigi è sotto attacco terroristico, i tre principali canali Rai trasmettono fiction e talk show dove si dedicano spazi ai fatti parigini. Ma per quale motivo, i cittadini sono obbligati a pagare il canone nella bolletta elettrica se poi sono costretti a sorbirsi tonnellate di pubblicità in ogni fascia oraria e quando occorrono programma in diretta, come stasera, devono andare sulle televisioni commerciali per avere le ultime notizie? Ancora una volta, il servizio pubblico dimostra tutta la sua inutilità”.
L’attacco alla Rai è dunque bipartisan. Se le critiche arrivano dalla maggioranza, dall’altra parte non sono certo rose e fiori. Tutt’altro. Bisogna altresì dire che se la Rai ha dato le prime notizie in colpevole ritardo rispetto ai primi lanci di agenzia, non così ha fatto Rai News, che era comunque sulla notizia. La nota di Anzaldi, però, nel frattempo era diventata virale sul web.