Attacco a Parigi sugli Champs Elysées: un poliziotto è rimasto ucciso da alcuni colpi di un’arma da fuoco automatica, forse un kalashinikov, due feriti gravemente, colpito di striscio anche una passante. L’attentatore è stato subito ucciso dalla Polizia, era già noto e schedato come soggetto violento: secondo le prime informazioni ci sarebbe un secondo complice di origine belga. Diramato un avviso di ricerca dal Belgio, ancora non è chiaro se riferito a un presunto complice o al killer, definito dall’Isis nella rivendicazione come Abu Yusuf al-Beljiki, cioè il belga. Il principale sospetto sarebbe però un cittadino francese di 39 anni, Karim C. La sparatoria è avvenuta mentre era in corso l’ultimo dibattito televisivo fra i candidati alle presidenziali di domenica: sospesa la campagna elettorale. Confermata la matrice del terrorismo: gli Champs Elysées riaperti già la mattina
Non ci sono parole davanti a questa immagine e a tutta la follia che ci circonda #Parigi #ChampsElysees #ParisAttack #PrayForParis #Francia pic.twitter.com/qF90vyGVsO
— elisa festa (@EllyPrincy) 20 aprile 2017
L’attacco a Parigi sugli Champs Elysées riporta il terrore nella capitale francese a tre giorni dalle elezioni presidenziali. Le indagini sono in corsa: il principale sospettato è un cittadino francese di 39 anni già noto ai servizi segreti che, nel 2001, ha tentato di uccidere tre persone, tra cui due poliziotti. Si cercano eventuali complici in particolare in Belgio, mentre l’Isis rivendica.
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Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, la dinamica
L’attacco è avvenuto nella serata di giovedì 20 aprile intorno alle 20:50 lungo la via più celebre di Parigi, gli Champs Elysées. La dinamica dell’attacco viene ricostruita in base alle testimonianze raccolte dagli inquirenti. Secondo alcune fonti, l’aggressore è arrivato sul posto in automobile, una volta uscito dal mezzo, ha aperto il fuoco con un kalashnikov nei pressi di un grande magazzino, “Marks & Spencer”, di fronte alla brasserie Fouquet’se, e ha ucciso un poliziotto, poi ha ferito altri due agenti durante la fuga a piedi, prima di essere a sua volta ucciso dalla Polizia. La sparatoria è avvenuta all’angolo con la nota brasserie Fouquet’s. La zona è stata subito chiusa dalla Polizia. I turisti e i parigini presenti sul luogo sono stati fatti allontanare dalla Polizia.
Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, le indagini
Indagini in corso per l’attacco a Parigi sugli Champs Elysées. Mentre sono in corso le conferme su Karim C., il principale indiziato, si cerca di capire l’eventuale collegamento con il Belgio che ha diramato l’allerta nei confronti di una persona sospetta diretta in Francia. Intorno alle 9 del mattino del giorno seguente l’attentato, la persona segnalata si è presentata spontaneamente al commissariato di Anversa.
Gli inquirenti hanno ritrovato altre armi nell’auto usata per l’attacco, un fucile a pompa e armi bianche, compreso un grosso coltello da cucina. Le indagini si concentrano su Karim C: al momento tre persone, che farebbero parte del suo entourage, sono sotto interrogatorio.
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Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, l’Isis rivendica
L’Isis ha rivendicato l’attacco a Parigi sugli Champs Elysées con un comunicato rilasciato dall’agenzia Amaq e diffuso sui social. L’attentatore è stato identificato come un “combattente dell’Isis” dal nome di battaglia, Abu Yusuf al-Beljiki, cioè il belga. Secondo gli esperti di terrorismo, la definizione di “fighter” e non di “soldier”, soldato, come avvenuto per l’attacco a Londra, indicherebbe un collegamento più stretto tra l’uomo e il presunto Califfato.
1)Breaking: #ISIS 'Amaq reports Champs-Elysees #Paris attack carried out by #ISIS "fighters," one named Abu Yusuf alBeljiki ("The #Belgian") pic.twitter.com/15ki5cZjdh
— Rita Katz (@Rita_Katz) 20 aprile 2017
Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, chi è il killer
Filtrano le prime notizie sull’identità del killer degli Champs Elysées, già indicato dalla rivendicazione dell’Isis come Abu Yusuf al-Beljiki, un “combattente dello Stato Islamico” di origine belga. Secondo fonti di Polizia riportate da Le Parisien però si tratterebbe di un cittadino francese di 39 anni, al momento identificato come Karim C.: sarebbe questo il nome riportato sui documenti ritrovati nell’Audi usata per l’attacco. La Polizia ha perquisito la sua abitazione a Chelles, nel quartiere Seine-et-Marne, e si attendono le analisi delle impronte digitali per avere la conferma. Il Procuratore François Molins conferma che l’uomo sarebbe già noto agli inquirenti e avrebbe già sparato contro tre persone nel 2001 in una situazione dalla dinamica simile a quella dell’attacco sugli Champs Elysées, venendo condannato a 20 anni nel 2003, pena ridotta di cinque anni nel 2005. Gli abitanti del quartiere hanno dichiarato alla stampa francese che la rivendicazione dell’attacco “non collima con il buon uomo” da loro conosciuto. Poco prima dell’attacco agli Champs Elysées, su Telegram avrebbe dichiarato di “volere uccidere dei poliziotti“.
Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, chi è il poliziotto ucciso
Il poliziotto ucciso nell’attacco a Parigi sugli Champs Elysées, di cui ancora non sono state rivelate le generalità, è stato descritto da Céline Berthon, del Syndicat des commissaire de la police nationale, come un “poliziotto con molti anni di esperienza“. Secondo quando ricostruito da RMC, il poliziotto si trovava alla guida della camionetta presa d’assalto dal killer e sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa. Il poliziotto ucciso faceva parte di FLAG!, associazione dei poliziotti e militari LGBT, come si legge sul sito della stessa associazione.
Attacco a Parigi sugli Champs Elysées, le prime testimonianze
Il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre-Henry Brandet ha dichiarato: ‘La sparatoria sugli Champs Elysées è stato un attacco isolato. Nessun altro evento di questo tipo si è svolto questa sera a Parigi’, tuttavia ‘non possiamo escludere che vi siano uno o altri complici che abbiano potuto partecipare in un modo o nell’altro a questo attacco’, ha aggiunto Brandet. La polizia sta infatti raccogliendo diverse testimonianze oculari della sparatoria di Parigi, per riuscire a capire se vi sia un complice, ovvero un secondo assalitore. Inoltre sarebbe stata perquisita l’abitazione dell’uomo ucciso, già noto ai servizi francesi; la sua abitazione si troverebbe nella Seine-et-Marne.
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