L’Isis ha inviato 400 combattenti in Europa per altri attentati terroristici. L’allarme lo lancia l’Associated Press, le fonti sono uomini dell’intelligence irachena ed europea. Fonti attendibili che confermano quanto l’Italia e altri paesi del Vecchio Continente siano a rischio. L’incubo non è finito.
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I terroristi, del resto, ce lo ricordano sempre con le loro minacce. L’ultima è arrivata con la rivendicazione degli attacchi di Bruxelles del 22 marzo: “Noi promettiamo agli Stati crociati che si sono alleati contro lo Stato Islamico giorni più bui, in risposta agli attacchi contro il nostro Stato. Quello che vi attende sarà più duro e amaro”.
Secondo le fonti di sicurezza, il Califfato islamico negli ultimi mesi ha accolto migliaia di foreign fighters nelle sue terre per l’addestramento. Quando il lavaggio del cervello è completo e sono pronti al martirio in nome di Allah, li manda a combattere il nemico. Dall’interno: sparso per l’Europa, quindi anche in Italia, c’è un esercito di 400 militanti pronti a farsi esplodere per colpire al cuore l’Occidente.
Si tratta di cellule interconnesse, simili a quelle che hanno colpito Parigi e Bruxelles. Spetta a loro scegliere tempi, modi e bersagli degli attacchi. Come riporta “un alto responsabile dell’intelligence irachena” all’Ap, una cellula è arrivata in Europa dalla Turchia. Il rischio è che i terroristi si nascondino proprio tra i profughi musulmani in fuga dall’Isis stesso. Molti di loro sarebbero già in paesi come Italia, Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia. In tutta l’Europa l’allerta è stata innalzata e le misure di sicurezza rafforzate, soprattutto in prossimità degli obiettivi sensibili come aeroporti e stazioni. Ma ottenere un controllo totale è impossibile.
In Italia massima attenzione a Roma che, insieme al Vaticano, figura spesso nei video di propaganda jihadista. La Capitale è considerata a rischio, in particolare durante il Giubileo. Ma attenzione massima anche in grosse città come Milano e Torino. La verità è che i terroristi prediligono capitali e grandi città, ma possono colpire ovunque.
‘Nessun Paese è a rischio zero, e dunque neppure l’Italia’
Stando ai vertici della sicurezza nazionale, il rischio in Italia esiste, ma non ci sono segnali concreti. “Il livello di rischio per l’Italia è significativo anche se non c’è alcun segnale che porti a dire che c’è il passaggio dalla possibilità alla probabilità che qualcosa possa accadere qui da noi come in altri Paesi occidentali”, ha detto il presidente del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Giacomo Stucchi – È necessario tenere alta la guardia e porre in essere tutte le misure di prevenzione sapendo che i bersagli possibili sono innumerevoli, sia gli obiettivi sensibili sia i soft target: quello che i terroristi cercano è un gesto eclatante e per avere una eco mondiale conta più il numero delle vittime che il luogo”.
Concetto ribadito dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, dopo un incontro con i vertici di sicurezza che hanno spiegato che “i fatti di Bruxelles non cambiano lo scenario, semmai lo confermano. Nessun Paese è a rischio zero, e dunque neppure l’Italia”. “Non solo manteniamo il livello 2, che precede solo quello dell’attacco in corso – ha detto Alfano – ma potenziamo ulteriormente la vigilanza sugli obiettivi sensibili e stiamo per firmare altri decreti di espulsione”. Il ministro ha anche informato dell’arresto a Napoli “di un cittadino iracheno noto alle autorità belghe e francesi perché in contatto con terroristi”. La dimostrazione che i terroristi (o potenziali tali) ce li abbiamo già dentro casa.
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