Un vero eroe, che ha pagato con la vita il tentativo di fermare l’attentato al mercatino di Natale a Berlino. Lukasz Urban è il nome dell’autista polacco del tir usato dai killer per la strage: 37 anni, l’uomo è stato ucciso da chi era con lui in cabina dopo aver lottato per impedire il folle gesto. Le indagini degli inquirenti e la testimonianza del cugino, Ariel Zurawski, proprietario dell’azienda di trasporti per cui lavorava, hanno permesso di ricostruire gli ultimi momenti della sua vita: Urban avrebbe cercato di fermare il tir, pagando il suo tentativo con la vita. Secondo quanto riporta la Bild, sul suo corpo sono stati trovati segni di lotta e numerosi tagli: l’autista avrebbe lottato contro chi era in cabina, finendo ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla tempia.
Urban era un autista esperto, come ha ricordato da subito il cugino, specificando che non poteva in nessun modo essere coinvolto nella strage. Gli elementi raccolti dagli inquirenti gli hanno dato ragione: Lukasz è stato vittima di un piano folle che ha portato alla morte 12 persone e al ferimento di 48.
COME NIZZA: LA STRAGE AL MERCATINO DI NATALE A BERLINO
Alto più di 1,80 m dal peso di 120 chili, l’autista era un omone, forte e sicuro di sé: per questo Zurawski, contattato dalla polizia tedesca per riconoscerne il corpo dalle foto, crede che ci fossero più persone in cabina. “Una sola persona non avrebbe potuto avere ragione di lui”, ha rivelato ai media polacchi. Le sue parole sembrano confermare i sospetti della polizia tedesca secondo cui ci sarebbero più persone coinvolte nell’attentato.
Gli esami sul corpo e la testimonianza di Zurawski confermano che Lukasz Urban sarebbe stato picchiato, ferito più volte con un coltello e poi ucciso con un colpo alla testa. L’autista avrebbe capito cosa aveva intenzione di fare chi aveva rubato il camion e si sarebbe opposto, venendo ucciso.
Le indagini hanno dimostrato che il camion è stato mandato contro la folla volontariamente: ha deviato dalla strada principale per 50-80 metri senza alcun tentativo di frenata dopo essere stato rubato poche ore prima della strage, avvenuta intorno alle 21 di lunedì 19 dicembre.
Urban era arrivato in città quella stessa mattina dopo un viaggio che lo aveva portato in Italia dalla Polonia, per consegnare travi d’acciaio alla sede della Thyssenkrupp Schulte a Berlino. La consegna era prevista per martedì e la società non gli aveva fatto scaricare il materiale: a quel punto aveva deciso di fermarsi in un parcheggio e pranzare. A mezzogiorno si era sentito al telefono con il cugino e tutto sembrava nella norma.
Alle 16 la moglie ha provato a contattarlo al telefono, senza ricevere risposta. Il satellite mostra che alle 15.44 qualcuno ha messo in moto il camion, senza spostarlo. In seguito si sono registrati altri tentativi di accensione fino alle 19.34 quando il tir si è mosso verso il centro di Berlino, fino a schiantarsi sulle bancarelle del mercatino.
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